Torino – Non possiamo aspettare oltre. Dobbiamo saper coniugare i diritti umani e i diritti della natura. L’imput arriva forte e chiaro da “Casacomune”, l’associazione voluta da don Luigi Ciotti. Un nuovo progetto del Gruppo Abele dedicato alla promozione scientifica, culturale ed etica dei valori espressi dall’enciclica Laudato sì. Coniugata in un Laudato Qui, in una scuola e azioni. Nei giorni scorsi l’Onu ha annunciato che in Africa è aumentato il numero delle persone che muoiono per la fame e in generale cresce la malnutrizione, questo accade anche perché gli agenti atmosferici hanno creato più distruzione nell’ambiente e quindi diminuisce l’accesso al cibo. È uno dei diversi passaggi sul cambiamento del nostro ecosistema che ha ricordato don Ciotti inaugurando la prima sessione formativa di Casacomune alla Certosa di Avigliana. Qui per tre giorni (da 15 al 17 febbraio) oltre duecento persone provenienti da tutta l’Italia hanno ascoltato gli interventi di Ciotti, Mercalli, Zanotelli, Grosso, Petrini e tanti altri. Insieme hanno approfondito il grido della terra, il grido dei poveri. Con lo stile che ha contrassegnato per lunghi anni l’università della strada, pensata per raccontare a tanti che cosa accadeva nel sociale.
Casacomune prevede durante l’anno un programma di incontri e corsi, la maggior parte a carattere residenziale alla Certosa di Avigliana.
Nella Laudato si’ papa Francesco ricorda che l’analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, famigliari, lavorativi, urbani. “Oggi viviamo – ha sottolineato ancora don Ciotti – in una realtà complessa e straordinariamente connessa nella quale ogni scelta ha un impatto che supera di molto i confini dell’esperienza personale. Facciamo fatica a quantificarlo. Spesso abbiamo una visione frammentata. Casacomune vuole essere un luogo di sosta e di pensiero, un percorso continuativo per imparare ad agire insieme a favore di quel cambiamento che non può attendere oltre”.