Cuneo – “PhoebusKartell”, o Cartello Phoebus, è il nome di un accordo stipulato a Ginevra nel dicembre 1924 dai principali produttori di bulbi a incandescenza, che si erano riuniti segretamente per controllare il mercato mondiale delle lampadine e la loro produzione e vendita. Stabilirono quindi di ridurre la vita delle lampadine da 2500 a 1000 ore. Lo scopo era chiaro: produrre lampadine di peggiore qualità (o, comunque, di durata minore) obbligando di fatto il consumatore ad acquistarne nuove con una maggiore frequenza. Nel 1924 nasce quindi il primo cartello economico formato dai principali produttori europei e americani durato tre lustri che dà vita al fenomeno noto come “Obsolescenza programmata” o “pianificata”.
Tutto questo è diventato incredibilmente uno spettacolo teatrale affrontando una materia complessa con toni lievi e a tratti quasi comici, di e con Gabriele Genovese, Giancarlo Latìna, Michele Mariniello, Marco Rizzo, Matteo Vignati, Alfonso De Vreese per la regia di Michele Segreto che va in scena al Toselli oggi mercoledì 28 novembre alle ore 21 con musiche originali da Kurt Weill e Hanns Eisler. Gli attori si alternano tra imprenditori cinici e calcolatori amplificando notevolmente i loro difetti portati all’esasperazione, e operai semplici che obbediscono al padrone e fanno il loro lavoro, chiamati non a caso da Numero 1 a Numero 6 come se l’ingranaggio di chapliniana memoria non possa essere mai e poi mai bloccato e svuoti anche l’anima facendo perdere anche il nome, in una società nella quale il dissenso non è ammesso. Una elegante presa in giro di quei poteri forti dell’economia globale spesso capaci di definire in anticipo i destini del mondo, ma anche un’amara constatazione dei meccanismi di consumismo e globalizzazione contro cui sembra impossibile ribellarsi.