Cuneo – L’industria cuneese vede l’uscita dalla crisi: sono positivi i dati rilevati da Confindustria tra i suoi associati, tra le previsioni e il “sentiment” per il secondo trimestre 2018, in termini di occupazione con un “balzo” degli ottimisti (nella foto, la parte destra del grafico) e con il ritorno della cassa integrazione ai livelli pre-crisi, utilizzo degli impianti (al di sopra dei livelli “fisiologici”), aumento degli ordini grazie al mercato interno (mentre c’è più freddezza sull’export). Più positive anche le aspettative sulla redditività e sul miglioramento dei bilanci, meno sull’ipotesi di nuovi investimenti. E tra i settori della produzione, l’andamento è positivo in particolare per alimentari, meccanica, chimica e gomma-plastica, manifatturiere varie; incertezza sul fronte dei minerali non metalliferi e di grafica-stampa, mentre non si intravede l’uscita dalla recessione per l’edilizia.
Inoltre l’associazione di categoria ha presentato il potenziamento del servizio dedicato al welfare aziendale: “Dopo anni di confronto sulla contrattazione nazionale e sugli ammortizzatori sociali siamo passati alla contrattazione aziendale sul welfare, per creare nuove opportunità che si traducono in vantaggi concreti per i lavoratori e per il territorio”, ha spiegato la direttrice Giuliana Cirio. Uno strumento per migliorare i rapporti all’interno delle aziende e anche per il confronto con i decisori pubblici, per il territorio: ad esempio in materia di trasporto pubblico, sanità, asili e servizi all’infanzia, case di riposo, cultura. Un modello per tutti, che ha fatto scuola e cultura in Granda, anche per le pmi: la Ferrero di Alba.
Su questo punto il presidente Mauro Gola ha sottolineato che “è nel Dna dell’imprenditore avere ottimismo e un pizzico di follia, ma anche dare più di quanto si ottiene, perché crediamo nel territorio in cui operiamo e nelle persone che lavorano con noi”. Le sfide del welfare vengono seguite dall’ufficio di cui è responsabile Stefania Bergia, mentre i dati sulle previsioni raccolte da un campione di circa 300 aziende fanno capo al centro studi, di cui è responsabile Elena Angaramo.
Annunciato anche per l’inizio di maggio un ritorno di quello che era il Patto per lo sviluppo: il mondo economico della Granda chiede alle istituzioni e alla politica di intervenire per dare risposte al territorio, dalle infrastrutture fisiche (tema che rimane di forte attualità) a quelle digitali, dalle iniziative tra filiere all’attrattività del territorio.