Cuneo – Quale industria e quale lavoro? Quale futuro, da costruire ora? Sono stati tanti i problemi e grandi le sfide di cui si è discusso venerdì 12 nell’incontro promosso dalla Cgil della Granda, con un confronto tra vari settori e con l’intervento di un leader nazionale Cgil, Maurizio Landini.
Un dibattito ampio, multisettoriale e trasversale, con l’obiettivo di rimettere al centro le persone e il lavoro, anche nella vasta e veloce rivoluzione produttiva, economica e sociale che sta investendo la Granda e il mondo: “Il piano del lavoro per l’industria cuneese”, nell’ambito delle iniziative della Cgil per “Industria 2018. Il valore del lavoro tra qualità, innovazione e tutela dei diritti”.
Dopo l’introduzione di Davide Masera, segretario generale provinciale, che ha “messo sul tavolo” tanti elementi di confronto e approfondimento, sono stati affrontati quattro diversi comparti, con una doppia voce: rappresentanti dei lavoratori e rappresentanti delle aziende, sindacati e imprese, ciascuno a sottolineare i temi di fondo nei vari settori. E così Gaspare Palermo (Filctem Cgil) è intervenuto sull’accordo Michelin e sul comparto chimica-gomma-plastica, con Simone Miatton (responsabile risorse umane Michelin Italia); Andrea Basso (Flai Cgil) sul settore alimentare, con Simone Biella (ad San Bernardo); Barbara Tibaldi (Fiom) sulla meccanica, con Paolo Cuniberti (responsabile risorse umane Valeo); Walter Biancotto (Slc Cgil) sull’industria cartaria, con Fabrizio Galliano (cartiera Pirinoli); Marco Ricciardi (Fillea Cgil) sull’edilizia, con Elena Lovera (presidente Ance Cuneo). All’incontro ha preso parte anche Pier Massimo Pozzi, segretario generale regionale; le conclusioni sono state tratte da Maurizio Landini, segretario nazionale Cgil con delega alle politiche industriali, che ha apprezzato il confronto territoriale per l’industria e il lavoro, sollecitando a ragionare in modo nuovo e a lavorare insieme per cogliere le sfide del nuovo sistema sociale ed economico che si sta costruendo. E sollecitando anche a trovare una mediazione tra rappresentanti dei lavoratori e degli imprenditori che coinvolga il pubblico, perché le istituzioni e la politica non possono far mancare il loro apporto in un confronto che difenda la sostenibilità sociale e ambientale della tecnologia e dello sviluppo.