Dalmazzo Grasso rappresenta per Borgo San Dalmazzo una voce autorevole da un lontano passato. È nato infatti nel 1498. La sua autorevolezza viene dal fatto che ricoprì per anni cariche nell’amministrazione del comune borgarino. Questa esperienza confluì in una “cronaca”, secondo un genere invalso in Italia fin dal 1300, che va dal 1484 al 1570 quando probabilmente il suo autore morì.
Il XVI secolo è periodo di grandi rivolgimenti in Europa. Guerre di religione e di successione ai troni delle grandi potenze si ripercuotono anche sul territorio locale. Così il piccolo comune di Borgo San Dalmazzo deve fare i conti più volte col passaggio di eserciti stranieri e con i soprusi di altri non lontani: “effetti a dimensione europea, scrive il curatore dell’edizione Giuseppe Giordano, che arrivano a Borgo non in presa diretta, ma attraverso le beghe, spesso cruente, dei vari signorotti locali”. E a queste turbolenze si aggiungono le ripetute epidemie di peste. Su altro versante lo sviluppo della cultura umanistica vede rafforzarsi una lingua, il volgare medioevale, ora giunto a piena maturità di cui lo stesso Grasso fa uso.
La sua Cronaca fotografa la vita quotidiana e amministrativa. È segretario del comune, figura non puramente burocratica. Attraverso le sue mani passa tutto ciò che riguarda la collettività, dunque Dalmazzo Grasso rappresenta una fonte privilegiata della storia locale di quel periodo. Ci sono pagine dedicate alla vita religiosa, al lavoro artigianale, all’alimentazione.
Giuseppe Giordano va a cercare di questa Cronaca le parti che più riguardano la vita cittadina, offrendo nel “finale” annotazioni che lanciano ponti verso i secoli successivi.
Dalmazzo Grasso e Borgo San Dalmazzo
di Giuseppe Giordano
I quaderni di Marittime
12 euro