Genola – Erano stati insieme per circa un anno quando lei aveva 15 anni e lui era già maggiorenne: “Litigavamo spesso e quando io non ho più voluto uscire con lui, continuò a chiamarmi tutti i giorni perché non accettava la fine della relazione”, ha raccontato in aula la giovane che ha denunciato l’ex (S. Z.) per atti persecutori aggravati e lesioni. I primi episodi si sarebbero verificati quando i due stavano ancora insieme e lui la inseguì alla stazione di Fossano, dove lei si trovava con amiche, perché non voleva che uscisse senza di lui; la spinse per le scale facendola cadere e procurandole escoriazioni. In altre due occasioni la minacciò con una bottiglia presa da un cestino della spazzatura per strada e le diede un pugno provocandole un livido sul volto. La situazione si fece ancora più tesa quando la giovane strinse amicizia con un’ex fidanzata di S. Z.; la loro storia era già finita all’epoca e l’attuale imputato iniziò a mandare messaggi minacciosi a entrambe le ragazze. In aula ha testimoniato il maresciallo del Norm di Fossano che aveva sequestrato i cellulari del ragazzo per analizzarne il contenuto: “Abbiamo recuperato messaggi in cui l’imputato scriveva ‘vi impicco tutte e due’, oppure, ‘non siamo amici, io quando ti incontro ti ammazzo’”. L’episodio che portò alla denuncia e alla conseguente indagine si verificò la sera di 31 ottobre alla discoteca Dejavu di Genola, dove le due ragazze erano andate a ballare. Lì incontrarono anche S. Z. che diede un pugno in volto alla sua ex fidanzata mandandola a terra quasi svenuta. Tornata a casa con una profonda ferita al labbro, raccontò alla madre quello che era accaduto e la mattina seguente andarono al pronto soccorso per le cure e successivamente dai Carabinieri per sporgere denuncia. In aula è stata ascoltata anche la madre della ragazza che ha riferito dell’episodio della discoteca: “Dovevo andare a prenderle e nel frattempo mi ero assopita sul divano. Sentii a un certo punto dei rumori e mia figlia e l’amica erano già tornate a casa per conto loro, accompagnate da amici. Vidi la ferita e mia figlia mi raccontò quello e gli altri episodi che le erano accaduti. Il giorno dopo siamo andate a Cuneo all’ospedale e poi a denunciare”. Il processo è stato rinviato al 14 gennaio per gli altri testimoni.