Cuneo – Nel XX secolo in Italia si contavano 8.000 varietà di frutta, scese oggi a poco meno di 2.000: di queste, 1.500 sono a rischio scomparsa. Ma la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo e di allevamento, favorita anche dalla pandemia che ha tagliato gli sbocchi di mercato di molte produzioni, in seguito al blocco della ristorazione e del turismo. È l’allarme che lancia la Coldiretti in occasione della Giornata mondiale della biodiversità, che si celebra proprio oggi, 22 maggio.
Il Piemonte – dice la Coldiretti – conta 14 Dop, 9 Igp, 18 Docg, 42 Doc e oltre 40 prodotti “Sigillo”, ovvero prodotti che rientrano nell’Atlante curato dall’Osservatorio sulla biodiversità, istituito dal comitato scientifico di Campagna Amica: dall’agnello sambucano all’asparago di Santena, dalla Bella di Borgo d’Ale, una varietà di pesca bianca, alla capra di Roccaverano, dal cardo gobbo di Nizza Monferrato alla cipolla piatlina bionda di Andezeno, dalla ciliegia di Pecetto alla mela della Valle Bronda, dal Montebore con la caratteristica forma a coni sovrapposti che formano una piccola torre al Nostrale d’Alpe, dal peperone di Carmagnola alla zucca di Castellazzo Bormida. Un patrimonio agroalimentare che i nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica hanno contribuito a salvare.
“Difendere la biodiversità – spiegano Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale – non ha solo un valore naturalistico, ma è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole del nostro territorio. Tutelare la biodiversità agricola significa creare filiere ecosostenibili, efficienti e competitive ed investire sulla distintività è una condizione necessaria per distinguersi in termini di qualità delle produzioni ed affrontare così il mercato globalizzato”.