Cuneo – Gli ospedali della provincia stanno lentamente riprendendo la normale attività sia per le visite ambulatoriali che per le operazioni. E il calo dei ricoveri da covid è sempre più netto e costante.
Al Santa Croce e Carle si è scesi a 80 posti Covid a disposizione ma solo 51 sono occupati di cui 9 in terapia intensiva, 4 in semi intensiva e 38 di ricoveri ordinari, un quarto dei ricoveri di solo un mese fa. I posti no Covid in ospedale sono 313 di cui occupati sono 274 a testimonianza che l’ospedale ha ripreso le sue funzioni generiche e le sale operatorie chirurgiche hanno ripreso man mano il ritmo ordinario. Le liste di attesa da smaltire sono a questo punto chilometriche.
Anche nel resto della provincia la situazione è simile con ricoveri sempre in calo e con la scelta dell’Asl di tenere Saluzzo e Ceva come ospedali covid anche per svuotare dal covid le strutture sedi di Dea di primo livello, cioè Mondovì e Savigliano, dove vengono mantenuti letti covid, ma in numero decisamente più basso.
Nei due ospedali covid di Saluzzo sono solo più 3 i posti occupati su 10 attivati in terapia intensiva e 41 su 72 in quelli di media intensità e a Ceva i casi scendono a 10 sui 24 posti in media intensità attivati e già dimezzati. A Mondovì e Savigliano continua la discesa anche dei letti messi a disposizione rispetto alle settimane precedenti. Al Montis Regalis 4 terapie intensive occupate su 4 e 18 su 21 in media intensiva. Ancora più bassi i casi covid a Savigliano: 3 su 4 sono i ricoveri in terapia intensiva e solo più 3 i posti in media intensità sugli 8 ancora tenuti a disposizione. Le attese al pronto soccorso non ci sono più e anche i ricoveri covid che passano al Dea di Savigliano vengono dirottati su Saluzzo.
Dei 17 letti attivati al Covid Hotel di Centallo ne sono occupati 4, e scende anche l’occupazione dei letti nelle strutture private convenzionate Covid, qui l’Istituto Climatico di Robilante, dove i posti occupati sono 38 su 40.
A rallentare la scomparsa del virus rimane il problema delle varianti, con quella inglese che determina ormai l’80% dei casi cuneesi di nuovi contagi, anche tra i giovani e giovanissimi.
E per tutti rimane il problema del personale.