1945 – 1959, in 15 anni l’Italia stupirà il mondo con una rinascita che non ha precedenti.
Nel giugno 1945, dopo un mese di pace, rispetto all’anteguerra, i mezzi di trasporto ferroviario sono un sesto, gli autocarri meno della metà, la flotta mercantile un decimo. In treno ci vogliono sette ore per andare da Roma a Napoli, 36 da Torino a Roma, 33 da Milano a Roma. Rispetto al fabbisogno ci sono un decimo di carbone, un decimo di zucchero e un quarto di carne. Eppure in soli 15 anni un Paese distrutto dalla guerra persa e umiliato dal fascismo riesce a rialzare la testa, gli Italiani riprendono fiducia in sé stessi e rialzano la testa, lavorando duramente.
Tutto concorre alla rinascita: l’industria (da Enzo Ferrari a Enrico Piaggio), la motorizzazione (dalla Vespa, alla 600 e alla 500), alla televisione (che regala un’unica lingua a tutto il Paese), al cinema (con De Sica, Fellini e Rossellini), alla scolarità di massa obbligatoria. Il tutto accompagnato dallo sport (il Grande Torino, Coppo e Bartali), dai sogni delle lotterie e della schedina del Totocalcio…
È la grande stagione della ricostruzione, un periodo della nostra storia in cui le accese divisioni sociali e politiche si accompagnano al comune desiderio di rinascita di una nazione. Scandali, imbrogli, misfatti rimangono spesso sotto il pelo dell’acqua: sia destra che a sinistra in diverse occasioni l’interesse di bottega viene sacrificato all’interesse generale.
Così ricostruimmo l’Italia
di Alfio Caruso
Neri Pozza
18 euro