Fossano – Stava andando a cena a casa di un’amica e sulla bacheca Facebook di quella aveva scritto “ho fame”; l’amica S. R., che stava cucinando per lei, le rispose pubblicando la foto del sugo che stava preparando. Fin qui niente di strano, se non fosse che sotto quel dialogo comparve un’esplicita foto di sesso pubblicata da un amico della prima ragazza, completamente ignoto alla seconda, la quale si sentì offesa per l’immagine volgare comparsa nel proprio profilo social e anche preoccupata perché in quel periodo stava affrontando una delicata vicenda giudiziaria con l’ex marito per l’affidamento dei figli e temeva che quella foto avrebbe potuto metterla in una situazione difficile. Scrisse all’autore del post, G. C., imputato per il reato di diffamazione, di rimuovere l’immagine, e dato che lui non lo faceva si rivolse direttamente ai gestori del social che la eliminarono. Nel frattempo però G. C., copiò quella conversazione sul proprio profilo e commentò con i propri amici la richiesta di S. R. definendola “psicopatica” e “stupida”. In aula hanno deposto il funzionario della Polizia giudiziaria che aveva condotto le indagini per risalire all’identità dell’autore del post e l’amica della parte offesa costituita in giudizio per il fatto accaduto a novembre del 2016. “Dopo la richiesta della mia amica – ha riferito in aula la teste – G. C. aveva pubblicato un post in cui mi aveva taggata, definendo S. R. una psicopatica e una stupida. Gli amici di lui avevano commentato dicendo che lei non sapeva capire l’ironia”. Il processo è stato rinviato al 16 giugno per proseguire l’istruttoria (immagine di repertorio).