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Venerdì 22 novembre 2024

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Il ritorno alle radici e la diffidenza cronica verso il progresso e le sue promesse

L'ex simbolo del punk filosovietico Giovanni Lindo Ferretti e la montagna salvezza unica di fronte al “trapasso antropologico”

La Guida - Il ritorno alle radici e la diffidenza cronica verso il progresso e le sue promesse

Al di là della politica nella sua poetica Giovanni Lindo Ferretti ha una costante: la diffidenza cronica verso il progresso e le sue promesse. E lo ritroviamo anche in questo “Non invano”. È il racconto in riflessioni  degli ultimi suoi trent’anni cioè da quando è tornato a vivere a Cerreto Alpi, un paese di un centinaio di abitanti sugli Appennini dove è nato, circondato dai cavalli e in isolamento. LA scelta di un uomo che dopo essersi buttato nella mischia delle folla di mezzo mondo ama la solitudine e i monti gli sembrano l’unico posto in cui il tempo si è fermato, la modernità arresa e la vita rimasta vita vera non vissuta invano, appunto. È una riflessione sulla natura, tradizioni e spiritualità, fatta dall’ex leader di Cccp, Csi e Pgr, ed ex simbolo del punk filosovietico, che da anni ha iniziato una nuova vita ed è tornato alle origini. Origini che racconta attraverso le gesta nobili dei suoi avi e della comunità di Cerreto Alpi, persone semplici e straordinarie: valori, dignità, lavori umili, buonumore, passioni forti e decorose.
È un Ferretti quasi reazionario, molto critico con internet e i social in cui viviamo, scrive “un eterno presente, tendenzialmente asettico e garantito”, molto critico con il mondo della finanza che “serviamo… e caracolliamo sul baratro di una pretesa onnipotenza che ci inghiottirà”.
Ancora una volta, a chi critica i salti di Ferretti da una sponda politica all’altra, da una vita senza pause a una scelta quasi “benedettina” dell’ora et labora, non c’è in realtà nulla di così nuovo a quello che prima ha cantato poi scritto; forse a cambiare è che adesso  la sua è pura resistenza, ancorata alle radici che diventano salvezza unica di fronte a quello che chiama il “trapasso antropologico”. Tra i monti rimangono i valori e anche la fede, ultimo baluardo di un mondo ipertecnologico e schiavo della ragione. E lo ricorda anche raccontando la Mongolia, il viaggio atteso per anni e improvvisamente arrivato in piena tournéé europea, e con la Mongolia i cavalli.
Ferretti si fa ancora una volta leggere e rileggere con il suo stile e una lirica inconfondibile ed estremamente musicale.

Non invano
di Giovanni Lindo Ferretti
Mondadori
17 euro

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