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Venerdì 22 novembre 2024

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Valico per tempi di pace una via oltre il confine

Il Colle dell’Agnello compie cinquant’anni, ma le sue pietre hanno visto nei secoli migliaia di passanti

La Guida - Valico per tempi di pace una via oltre il confine

Soldati, commercianti, emigranti, atleti, turisti, tutte categorie di viaggiatori che sono passati nel corso dei secoli attraverso il valico del Colle dell’Agnello. Posto a 2744 metri è il colle transfrontaliero più alto d’Europa e in Italia si pone al secondo posto come valico automobilistico. Ha una storia singolare e beneaugurante però rispetto ad altri, perché è stato aperto al traffico in tempo di pace: dove nei secoli precedenti passarono molti eserciti, si guardarono con sospetto e timore Italia e Francia, in tempi più recenti, nel 1970, si portò a termine una strada al servizio delle due regioni che qui si incontrano la Val Varaita e la Valle del Guil nel Queyras francese.
Con apporto di più firme e un ricco apparato fotografico il libro ripercorre la storia di questo valico ricordando fin da subito che in realtà sono due i colli dell’Agnello. Uno si trova a poche centinaia di metri da quello attuale carrozzabile, in posizione leggermente più elevata. Ambedue comunque da millenni furono frequentati con ogni probabilità da pastori. Il toponimo del luogo lascia infatti supporre che popolazioni dedite all’allevamento lo utilizzarono da sempre.
Non è necessario scomodare Annibale per trovare eserciti in transito. Il generale cartaginese aveva a disposizione colli più bassi per il passaggio, tanto più che i venti di guerra si faranno sentire solo nei secoli successivi perché per molto tempo il Colle dell’Agnello rimase valico interno all’impero romano e il territorio circostante ancora dopo fu oggetto di passaggi di proprietà di signori più o meno importanti dei due versanti.
Dal 1713 è posto sul confine di stato a seguito del trattato di Utrecht che definisce i territori appartenenti a Vittorio Amedeo II di Savoia e quelli del re di Francia. Cessa di essere luogo di confine dopo la battaglia di Marengo (1800), quando il Piemonte fu annesso alla Francia napoleonica. Ed è il periodo in cui si comincia a pensare a una strada che da Casteldelfino arrivi nel Delfinato francese valicando il Colle dell’Agnello.
Un progetto che rimane sulla carta, però già suggerisce l’importanza del luogo per l’economia del territorio sui due versanti. L’allungarsi dei tempi di realizzazione di una strada prima che colleghi tutti i centri della Val Varaita poi che raggiunga il colle lascia intravedere una divergenza tra i sentimenti e i bisogni della gente del posto e i principi della politica nazionale non sempre tenera con i cugini francesi. Così mentre il territorio mantiene buoni rapporti con l’altro versante, il governo italiano sosteneva altri interessi. Succede con Francesco Crispi a fine Ottocento, ma ancora più evidente è la guerra del 1940 con la Francia.
Tutto ciò lascia nel cassetto un progetto di inizio Novecento che viene rispolverato sotto la spinta di un rinnovato commercio nel dopoguerra. Solo nel 1970 si concretizza il disegno con l’avvio dei lavori che procedono spediti se già nel settembre si può parlare di strada al posto della mulattiera. Un passo importante che trova la definitiva conclusione nell’estate 1976 con l’apertura ufficiale. Ma è una storia che va ancora avanti e con amarezza registra nuovamente lo scollamento tra il territorio e la struttura burocratica. Mentre il traffico automobilistico è intenso, la strada è di fatto “fantasma”, non ha una classificazione ufficiale quindi non si sa a chi competa la manutenzione. Situazione paradossale, ma che fa il paio con il disinteresse francesi per ultimare i lavori sul proprio versante.
Sta di fatto che il Colle dell’Agnello si impone come valico internazionale e anche come meta per gli appassionati sportivi. Lì passò quattro volte il Giro d’Italia e due il Tour de France contribuendo a creare il mito per gli appassionati di ciclismo. Si danno appuntamento ormai da sette anni i motociclisti in un motoraduno invernale.

Colle dell’Agnello
di Gianpiero Boschero, Giampaolo Testa, Lorenzo Francesconi
Fusta
18 euro

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