L’abisso etico della scelta, i sotterfugi dietro cui trincerarsi e, infine, l’impossibilità di sfuggire a se stessi nel ritratto di un “eroe per caso” che nel 1931 è chiamato a prestare giuramento di fedeltà allo Stato e al Regime fascista per poter continuare a esercitare la sua professione di docente universitario. Dietro questo “professore” si nasconde la figura di Mario Carrara, medico legale torinese, uno dei dodici che rifiutarono di consegnare la propria coscienza in nome “di quella libertà di indirizzo che è necessaria ad ogni attività del pensiero”.
Il ”professore” del romanzo ha i tratti dello scienziato totalmente dedito al suo compito. Metodico fino alla noia, sembra abbia tutto nelle sue mani. Non c’è “nulla che riuscisse più a stupirlo” né lascia aperta la porta dei sentimenti. Ai suoi studenti però insegna a “imparare la vita dalla morte”, “spingere lo sguardo dentro le cose. La morte sta nei dettagli come la vita”
È Tilde, la sua governante, a far breccia in questa vita, a rinfacciargli le sue stesse parole. La vita è la mela di ogni colazione: “Voi le date solo piccoli morsi. Nemmeno il tempo per capire che sapore ha”. Eppure è lui che intorno al cadavere da sezionare e studiare, incalza i suoi studenti: a cosa serve saper maneggiare un bisturi se non si impara a “riconoscere l’odore della vita”?
Ha visto giusto Tilde. C’è uno scollamento tra ciò che dice e ciò che vive, ma il professore non se ne accorge. Si trincera dietro i suoi insegnamenti per sfuggire a se stesso. In privato si chiude in una comoda autocommiserazione, mentre agli studenti proclama l’importanza del dubbio del “trovare l’inganno, non le certezze”.
Messo di fronte alla scelta tutto si può trasformare in fragili giustificazioni: scienza e politica cos’hanno da spartire? Strade divergenti e autonome. Non è forse giustificato lo scienziato che non vuol vedere cosa succede intorno perché il suo compito è la ricerca?
Tilde ha turbato la sua vita privata, un suo studente gli assesta l’ultimo definitivo scossone. Il professore scopre quanto scomodo sia il suo stesso insegnamento e la scoperta di una coscienza che non si può sezionare col bisturi.
Il giuramento
Claudio Fava
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pp. 105 € 14