La chiamano “polarizzazione”: in politica indica una distribuzione di forze – quando non di debolezze – che si concentrano su entrambi i lati degli schieramenti, generando una tensione permanente.
Nello sport, in particolare fino a ieri nel calcio italiano, vi è stata polarizzazione tra la prima in classifica e, lontane, le squadre a rischio retrocessione: una tensione tra il bianco e il nero, risolta dal colore bianconero, in una parola sola.
Più seria la tensione tra il bianco del diritto e il nero del suo rovescio in Europa. Accade, e non è la prima volta, nell’Ungheria di Viktor Orban dove il bianco dei diritti fondamentali è oscurato dal nero delle minacce alla libertà di informazione. E qui non esiste una soluzione “bianconera” come nel calcio, al massimo c’è il rischio di una deriva “grigia”: quella dei molti compromessi che l’UE sta ingoiando da troppo tempo sulla linea di fuoco dello stato di diritto in Paesi come l’Ungheria e la Polonia.