Dogliani – Stanotte si è spento all’età di 70 anni (compiuti lo scorso gennaio), Roberto Cossellu, scultore e pittore, artista poliedrico. Sembrerà strano non vederlo più passeggiare per il centro storico doglianese o seduto ad osservare con il suo stile sornione e ironico lo scorrere di quella vita che è sempre stata fonte di ispirazione per la sua arte. Mancherà la fertile passione espressiva, coltivata fin dall’età di 13 anni, che andava ad amplificarsi trovando terreno fertile nei materiali naturali come il legno, la pietra, il marmo fino alla terracotta. Il maresciallo dei Carabinieri in pensione, di origini sarde, pur essendo un autodidatta, nella sua lunga esperienza aveva collezionato numerosi riconoscimenti, tra cui per tre volte il premio internazionale Cesare Pavese a San Benedetto Belbo. Quando era ancora attivo nell’Arma aveva girato l’Italia fermandosi per servizio a Roma e Palermo. Una volta giunto in Langa a Dogliani inizia fin dagli anni ’70 con le prime esposizioni riscuotendo particolare successo tra il pubblico di estimatori a Cuneo, Borgo San Dalmazzo, Entracque, Mondovì, Belvedere Langhe, Murazzano, Viola San Gree, Mombarcaro, Santo Stefano Belbo, Cissone Albaretto Torre e Novello. Nell’aprile del 2019 a Cuneo si rese protagonista dell’allestimento “Sogni e Passioni” ospitato nella sala mostre della Provincia e condiviso con gli artisti Franco Alessandria ed Egidio Giubergia. “Era un uomo di buon cuore – così lo ricorda la pittrice doglianese Ornella Pozzetti. – Alle mostre non faceva mai mancare la sua presenza ed era sempre pronto a darti un buon consiglio. E’ grazie a lui se via Corte ha iniziato ad animarsi di botteghe con esposizioni di opere di artisti vari. Lui stesso decise di sistemare il vecchio negozietto dell’orologiaio Previotto ricavandone il suo atelier artistico”. “Fu uno dei fondatori di Studio 13 ad Alba e da allora siamo sempre rimasti insieme – conclude Tore Milano anche lui pittore, di Pollenzo –. Di spirito sempre allegro, di una gioia fanciullesca, lui era l’eterno fanciullo. Amava riprendere nelle sue opere i Mamuthones, le maschere sarde tipiche della sua terra di origine a cui era molto legato. Non l’ho mai visto arrabbiato eravamo molto amici”.