Cuneo – Leggo che nella nostra biblioteca civica, dopo due secoli di lavoro per farla crescere e consolidarne il ruolo sociale e socializzante, è vietato l’ingresso. A Cuneo come altrove anche le biblioteche pubbliche sono chiamate a una severa riflessione.
La situazione è preoccupante (non poteva essere diversamente).
Tra gli altri servizi è sospeso il servizio di consultazione di libri, DVD e giornali, usufruito sin qui da migliaia di cittadini, soprattutto studenti. Che ne sarà della sala di consultazione e dei libri che vi sono conservati, esclusi dal prestito?
Leggo che la biblioteca non deve più essere un luogo di aggregazione, come se non fosse un titolo di vanto la capacità, appunto, di aggregare, di promuovere la lettura in strati della popolazione sempre più ampi, come recitano tutti i manuali di biblioteconomia e quel modello di biblioteca pubblica che sembrava consolidato e inattaccabile.
Leggo che gli scaffali aperti, teatro in passato di strenue battaglie, si sono richiusi. Così i cataloghi cartacei. Guai a maneggiare i libri. Guai a sfogliare un catalogo che non sia “in linea”.
Un salto all’indietro di almeno cinquant’anni. Una vera e propria sciagura. E non parlo solo di Cuneo, dappertutto i bibliotecari sono costretti a ridimensionare il loro ruolo.
Ma a chi ci possiamo rivolgere per scongiurare il peggio? Il Ministero, le regioni, gli assessori, i soloni della sicurezza? C’era già stato qualcuno, in un passato non troppo lontano, che proponeva di chiudere la biblioteca perché non era “a norme”. Et voilà!
E intanto i libri rischiano di finire nei depositi in quarantena, i lettori è come se non avessero più una faccia, un bisogno culturale definito, un interesse di lettura che richieda una ricerca in biblioteca, un segno di riconoscimento che non sia la semplice iscrizione. Tutto più difficile.
Guanti e mascherine: la biblioteca rischia di diventare un distributore automatico di libri. Anche gli addetti diventano fantasmi . Regole commerciali: è vietato toccare la merce!
E tuttavia pochi protestano, non senza imbarazzo, pochi contestano il pericolo di norme troppo rigide (per ora fortunatamente provvisorie ), nessuno sembra intenzionato a opporsi a questa incredibile resa al virus che ci portiamo dentro.
Sta succedendo qualcosa, anche nel campo delle biblioteche, che dovrà trasformare in profondità le nostre abitudini.
Occhi aperti e orecchie dritte. Con il pretesto del contagio…
Mario Cordero, già direttore della Biblioteca civica di Cuneo