“Vi sono state grandi epidemie europee con conseguenze economiche molto diseguali, che colpirono le economie italiane nel peggior momento possibile, quando l’Italia fronteggiava una crescente competizione da parte dei Paesi nordici, i quali erano ulteriormente avvantaggiati dal più facile accesso alle nuove rotte atlantiche… I danni causati alla forza lavoro e alla domanda interna si tradussero in una duratura contrazione del prodotto e della capacità fiscale dello Stato. In altre parole l’epidemia contribuì grandemente al declino relativo dell’Italia rispetto al Nord Europa”.
Non è il rendiconto sintetico dell’ultimo Consiglio europeo dei Capi di Stato e di governo.
È quanto scritto dagli storici a proposito della peste del 1629, quella narrata nei “Promessi sposi” di Manzoni.
Con qualche piccola variante, sembra oggi.