Cuneo – Per l’agricoltura che non si ferma e che deve organizzarsi, in un settore (la zootecnia) richiedeva chiarimenti anche una particolare attività (l’alpeggio) che, per quanto particolare e spesso “solitaria”, non in tutte le sue fasi può essere gestita da una persona soltanto. E così l’Adialpi – Associazione difesa alpeggi Piemonte ha chiesto chiarimenti alla Regione, che ha dichiarato possibile lo svolgimento di questa attività (importante sul piano zootecnico ma anche per i suoi risvolti ambientali), purché con rispetto delle distanze, mascherine e comunicazione preventiva.
Ecco la comunicazione diffusa oggi (venerdì 17 aprile) dall’associazione Adialpi.
“Con una comunicazione della Direzione regionale della sanità piemontese vengono precisate importanti indicazioni circa gli spostamenti a piedi di mandrie verso pascoli e alpeggi.
Si rileva che possono verificarsi casi in cui viene coinvolto un numero di persone non coerente con le disposizioni relative alle limitazioni di spostamenti e assembramenti legate all’emergenza Covid-19 (spesso è necessario il coinvolgimento di operatori che collaborano con il proprietario-detentore per mantenere gli animali sulle sedi stradali, con spostamenti tra diversi Comuni). A tale proposito è stata sentita per le vie brevi l’Unità di crisi regionale la quale, per quanto di competenza, non ha posto condizioni ostative agli spostamenti in oggetto, purché:
sia assicurata la distanza interpersonale di almeno due metri tra le persone che collaborano allo spostamento degli animali;
le persone che collaborano allo spostamento degli animali siano dotate di mascherine;
il proprietario o il detentore degli animali dia avviso preventivo dello spostamento ‘a piedi’ alle forze dell’ordine territorialmente competenti per il tragitto percorso” (su quest’ultimo punto, poi, viene considerato anche il rispetto delle norme e delle ordinanze sui vari territori).
L’emergenza sanitaria legata al coronavirus, quindi, cambierà in parte anche il volto di una pratica tradizionale per l’area alpina come la transumanza, che nel dicembre scorso è stata dichiarata “patrimonio culturale immateriale dell’umanità” dall’Unesco. Non sarà comunque una mascherina a cancellarne la magia e il legame con i nostri territori.
Sul tema nella mattinata di oggi viene espressa soddisfazione anche dai vertici dell’Uncem, organizzazione che riunisce gli enti montani: “La transumanza in salita verso gli alpeggi si potrà fare. Manca ancora un mese all’avvio, ma la Regione con le direzioni sanità e agricoltura, ha voluto fornire alcuni chiarimenti – che Uncem ha particolarmente apprezzato – per evitare fraintendimenti e permettere la pianificazione da parte degli allevatori e dei margari. La Regione fa chiarezza e così tutela lavoro, biodiversità, paesaggio, territori. È molto molto importante. La transumanza si farà. E per le aree montane è un pezzo di un settore strategico”.