Cuneo – Oltre 78.000 aziende artigiane piemontesi, di cui quasi 12.000 in Granda, sono “sotto attacco” per il sommerso e il lavoro nero e rischiano di essere spazzate via da questa forma di concorrenza sleale.
L’allarme viene lanciato dalla Confartigianato regionale e riguarda due aziende su tre, tra quelle iscritte alle Camere di commercio subalpine: tutte queste imprese “sono quotidianamente sotto attacco da parte di ‘aziende fantasma’, con un tasso effettivo di lavoro non regolare che raggiunge l’11% (undicesimo posto della classifica nazionale)”. I settori più esposti sono costruzioni, autoriparazioni, produzione di beni, servizi alla persona, trasporti, alloggio, ristorazione e agricoltura; nessuno, comunque, può dirsi al sicuro da questa piaga che incide su tutto il tessuto economico.
“Contraffazione, abusivismo, lavoro nero – afferma il cuneese Giorgio Felici (nella foto), presidente regionale di Confartigianato – sono tante facce di un fenomeno che colpisce l’economia e svilisce il made in Italy. Non significa solo minor reddito per gli imprenditori onesti, ma anche migliaia di posti di lavoro in meno per i nostri giovani, ricchezza che alimenta organizzazioni malavitose, rischi per la salute e riduzione delle entrate fiscali che poi devono essere compensate dai contribuenti onesti. Confartigianato è da sempre in prima linea per contrastare con ogni mezzo il fenomeno, promuovendo una più efficace legislazione a tutela di imprese e consumatori”.