Cuneo – L’orizzonte non è positivo per gli industriali cuneesi, tra le speranze c’è che entro lunedì la chiusura della Finanziaria porti nuove misure per il taglio del costo del lavoro, in modo che si possa creare nuova occupazione e quindi vera crescita, invece di distribuire costosi “dividendi elettorali”.
L’incontro trimestrale in Confindustria Cuneo per le previsioni di andamento dell’economia registra un cambio di passo, rispetto all’estate: i riscontri su un campione di 300 aziende dei diversi comparti (circa un quarto dei soci dell’organizzazione territoriale) danno il polso di una fiducia in calo, con un saldo ottimisti-pessimisti in calo. Dal 12 al 7,1% per la produzione totale e dal 10,3 al 3,5% i nuovi ordini, da positive a negative le aspettative sull’export, in forte calo anche la previsione di redditività, che si porta dietro l’andamento dell’occupazione (con una crescita attesa del ricorso alla cassa integrazione).
Tra i settori, semaforo verde per alimentari, meccanica e chimica-gomma-plastica; giallo per grafica-stampa-editoria, manifatture varie, minerali non metalliferi; rosso, invece, per edilizia, costruzioni e affini.
Per quanto riguarda il tema caldissimo del Def e della manovra finanziaria, da Confindustria Cuneo arrivano considerazioni in linea con l’associazione nazionale: c’è preoccupazione per le politiche economiche annunciate e messe in campo dal governo. “Noi tifiamo tutti per l’Italia, per riuscire a crescere e tornare presto forti, anche nel contesto europeo – dice il presidente degli industriali della Granda, Mauro Gola (a destra nella foto) -. Siamo la seconda potenza manifatturiera in Europa: non chiediamo politiche economiche a favore, ma almeno non le vorremmo contro! Il timore più grande non è per il rapporto deficit-Pil, ma per il Pil stesso: riteniamo troppo ottimistiche, a rischio di essere irrealizzabili, le previsioni di crescita. E poi le iniziative intraprese sembrano più dividendi elettorali che strumenti di crescita: avremmo preferito decontribuzioni sull’assunzione di giovani, per creare lavoro stabile”. I riferimenti sono a reddito di cittadinanza (“Siamo per l’inclusione e la coesione sociale: non è accettabile un Paese con cinque milioni di poveri, ne siamo consapevoli”), superamento della legge Fornero, flat tax (“Aprire una partita Iva e avere un’impresa non sono la stessa cosa”, ha puntualizzato Gola). La speranza è per una “manina” che, prima di lunedì, possa fissare nuovi indirizzi per il Paese.