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Giovedì 3 luglio 2025

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Prazzo, il Comune trova un tesoro… ma non può incassarlo

Rinvenuti titoli di debito pubblico e buoni al portatore per un controvalore di diverse decine di migliaia di euro, ma sono ormai scaduti

Prazzo

La Guida - Prazzo, il Comune trova un tesoro… ma non può incassarlo

In un’antica documentazione comunale sono stati rinvenuti titoli di debito pubblico e buoni al portatore per un controvalore di diverse decine di migliaia di euro. Peccato che siano ormai scaduti.
Il ritrovamento è il risultato di un’iniziativa della fondazione “Mamo Educational”, che ha avviato un progetto per identificare i “Giganti della nostra terra”, figure illustri che si sono distinte nei vari Comuni dell’alta Valle Maira.
“Mi sono sempre chiesto chi fosse e cosa avesse fatto quel signore con cappello e baffi che appare in una bella fotografia esposta in sala consigliare”, afferma il sindaco Gabriele Lice.
La curiosità spinge il primo cittadino a proporre il Cav. Maurizio Allemandi come figura degna di essere celebrata come “Gigante di Prazzo”. Da lì partono le ricerche.
Il 6 maggio 2025, in un vecchio faldone intitolato “Eredità disposta a favore del Comune di Prazzo dal defunto Cav. Allemandi Maurizio”, sono stati trovati 19 fogli su pergamena, ancora intatti e colorati. Si trattava di Titoli di Stato e Titoli di debito pubblico, alcuni dei quali con una rendita annuale certificata del 5%, risalenti agli anni 1956, 1962, 1966, 1968 e 1969, per un valore complessivo di 2.200.000 lire.
Immediatamente è stata avviata la comunicazione con la Banca d’Italia, ma la risposta ricevuta il 28 maggio 2025 ha portato una doccia fredda: “Il diritto al rimborso del capitale è prescritto, in base alla normativa di riferimento, al massimo dieci anni dopo la scadenza del titolo”.
In altre parole, i titoli avrebbero potuto essere incassati con i relativi interessi fino al 1975 o giù di li.
Dal 1975 al 1985, pur non maturando più interessi, i titoli avrebbero potuto essere incassati, rimessi a reddito, con 50 anni di ulteriori guadagni.
Le ricerche nei faldoni comunali non si fermano. Si scopre che nel 2004, una comunicazione dell’allora sindaca certificava l’esistenza di un esiguo libretto postale di soli 87,77 euro quale patrimonio dell’ex Ipab.
In altri documenti viene citato il testamento olografo del Cav. Maurizio, insieme a una serie di elenchi di beni mobili, volontà testamentarie e altre informazioni.
“Una storia che merita sicuramente un approfondimento – dichiara il sindaco -, e il Comune intende far luce su un tassello prezioso del patrimonio e della memoria storica locale”.

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