Per una corretta comprensione di un concetto ormai sulla bocca di tutte le aziende qual è la sostenibilità, bisogna mettere sul piatto una molteplicità di considerazioni, sostiene il libro. Economia, inquinamento, ma anche salute e crisi climatica oltre a questioni di genere e diritti concorrono a sostenere, si passi il gioco di parole, la necessità di riconsiderare l’idea stessa di sostenibilità.
L’autore non si dichiara contrario per partito preso a un’ottica che in qualche modo privilegi la possibilità di avere condizioni di vita migliori senza impattare sull’ambiente e sui singoli individui. Esiste certamente una sostenibilità vera e assolutamente positiva. È quella che è alla radice di un nuovo modello di sviluppo, di ampliamento del benessere, dell’offerta di opportunità di crescita a tutta la popolazione.
Dati questi presupposti l’analisi non può che svilupparsi in senso negativo. Prevale cioè, secondo l’autore una falsa sostenibilità che viene contrabbandata di volta in volta come rimedio per la questione climatica, per l’inquinamento, per le relazioni sociali, per l’alimentazione, gli abiti e così via. Cosicché l’autore si è dedicato a un’ampia ricerca intorno agli aspetti più diffusi di questa retorica della sostenibilità.
Il quadro è sconfortante. Emergono criticità, dettagliatamente documentate, in ogni settore che giustificano il pensare alla malafede con cui le aziende sbandierano questo modello di sviluppo. In particolare l’autore insiste sul suo risvolto sociale ed economico che tende a consolidare l’ingiustizia e le disparità interne alla società e alla popolazione mondiale.
Compito che si assume il saggio è informare. Il suo carattere divulgativo lo rende strumento interessante per leggere la quotidiana realtà di ognuno. È una voce che si aggiunge al coro di chi invoca un equilibrio maggiore nel considerare il progresso.
Il mito infranto
Antonio Galdo
Codice
19 euro