La Cappella di Sant’Andrea, situata all’ingresso del percorso ciclo-pedonale che congiunge Borgo San Dalmazzo con Cuneo lungo il corso del torrente Gesso, è un piccolo ma affascinante luogo di culto che racconta storie di fede e tradizione. Nascosto tra le abitazioni che un tempo facevano parte della omonima cascina, il piccolo edificio è testimone di un passato ricco di significato e di devozione.
L’origine della Cappella è probabilmente da collegarsi ai monaci benedettini dell’Abbazia di San Dalmazzo di Pedona. La sua esistenza è documentata in occasione di una visita pastorale del vescovo di Mondovì, Michele Casati, nel 1755, che la descrisse come proprietà dell’avvocato Giovanni Morena. In quel periodo la cappella era dotata di tutte le suppellettili necessarie per le celebrazioni liturgiche. Oggi, la Cappella di Sant’Andrea si presenta in buone condizioni, grazie alla cura e all’impegno dei proprietari e degli abitanti della zona. Il tetto è stato recentemente ristrutturato e la facciata ritinteggiata. Nel 2017, come ricorda la targa apposta sulla facciata, “le famiglie Giordanengo, Risso e Viale, abitanti nella zona, hanno promosso un accurato restauro grazie anche al generoso contributo dei titolari della Farmacia Sant’Andrea”.
L’esterno della cappella è caratterizzato da un’architettura semplice, ma decorosa. Nella facciata si apre la porta d’ingresso, affiancata da due piccole finestrelle devozionali che conferiscono un tocco di intimità. Una scritta su un nastro dipinto, che recita “Cappella Sant’Andrea”, si staglia sopra la porta, al di sopra una croce metallica sostituisce la mancante croce apicale di facciata. Nella parte superiore del fronte, la finestra ovale è stata abbellita nel 2023 con un inserto policromo che rappresenta la scena della Natività. L’interno è formato da un’unica stanza, sobriamente arredata, in cui l’attenzione è catturata dall’immagine del martirio del santo: si tratta di una stampa a grandezza naturale, riproduzione di un’opera di Juan de la Roelas del XVII secolo, conservata nel Museo di Siviglia. La mensa è composta da un dignitoso tavolo, che probabilmente ha sostituito un preesistente altare. Nella sua semplicità, la cappella rappresenta un invito ad una pausa di raccoglimento prima di immergersi nella natura, oltre che un luogo legato alla memoria e alla tradizione per i residenti della zona.