Sono 14 le richieste di rinvio a giudizio emesse dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Cuneo a chiusura dell’inchiesta sulle violenze denunciate da cinque detenuti stranieri all’interno del carcere di Cerialdo. Dei 35 indagati iscritti nel corso delle indagini, la Procura ha scelto di escludere 21 posizioni considerate meno forti dal punto di vista indiziario: “Nel rispetto della legge Cartabia – ha commentato il Procuratore Onelio Dodero – sulla prognosi di condanna, abbiamo escluso quelle posizioni con maggiore possibilità di assoluzione”. Restano quindi 14 le posizioni su cui il titolare del fascicolo dott. Mario Pesucci ha chiesto il rinvio a giudizio e che verranno valutate il prossimo 20 giugno nell’udienza preliminare dal Gup dott. Edmondo Pio. A sei di questi (fra di loro anche i due agenti che erano stati sottoposti alla misura cautelare) viene contestato il reato di tortura, mentre agli altri otto, tra cui l’ex comandante del carcere e un medico, vengono contestati reati che vanno dalle lesioni aggravate al falso e all’omissione di atti d’ufficio. Il più grave degli episodi contestati si era verificato nella notte fra il 20 e il 21 giugno 2023, quando i detenuti della cella 417, cinque giovani di origine pakistana, vennero violentemente picchiati e insultati. Una spedizione punitiva messa in atto da alcuni agenti fuori servizio: quegli stessi detenuti nella giornata avevano a più riprese protestato perché un altro detenuto nella cella accanto aveva chiesto invano di essere portato in infermeria per forti dolori a una gamba. Il pestaggio sarebbe proseguito fuori dalla cella, lungo il corridoio e poi nella stanza attigua all’infermeria tra insulti e minacce. Anche al detenuto che nel frattempo era stato portato in infermeria sarebbe stato riservato lo stesso trattamento, picchiato e insultato e infine insieme agli altri messo in cella d’isolamento. A tutti vennero poi riscontrati plurimi traumi contusivi al capo e all’addome con prognosi dai 7 ai 5 giorni. Prima di questo fatto, altri due episodi avvenuti a ottobre 2021 e poi ad aprile 2022 – quando un detenuto venne colpito alla testa con un oggetto metallico e lasciato svenuto in cella d’isolamento, dove venne ritrovato ore dopo dall’addetto alla vigilanza – avevano indotto la procura a indagare attentamente su quanto avveniva dentro le mura del carcere.
