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Lunedì 28 aprile 2025

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Condannato a tre anni di carcere per violenza su un minore

L'uomo era accusato di aver palpeggiato e baciato sul collo un ragazzino all'epoca dei fatti 13enne

Sampeyre

La Guida - Condannato a tre anni di carcere per violenza su un minore

Quando il padre venne ascoltato dai giudici disse che quella subita dal figlio fu una violenza fisica e morale, perchè a molestarlo fu un vicino di casa, una persona che il ragazzino, all’epoca dei fatti 13enne, conosceva e di cui si fidava. Con l’accusa di violenza sessuale il tribunale di Cuneo ha condannato a 3 anni di reclusione S.C. per aver palpeggiato e baciato sul collo il vicino di casa un giorno di marzo del 2020 durante il lockdown imposto per il Covid. Proprio accanto alla casa della vittima dell’abuso, a Sampeyre, l’imputato aveva una stalla con piccoli animali, “fin da piccolo quando passavamo davanti alla stalla e ci fermavamo ad osservare i piccoli animali” aveva riferito la madre del ragazzino, e quando con il lockdown si ritrovò chiuso in casa, aveva preso l’abitudine ad uscire dalla finestra della loro mansarda che era collegata al fienile dove la mamma conservava i suoi quadri e che si trovava proprio sopra la stalla e con questa era collegata da una scala, “usavo quel fienile come deposito per i miei quadri e a lui piaceva andarci perchè diceva che era un posto avventuroso” aveva riferito la madre in aula. Quel giorno però, mentre scendeva la scala che portava alla stalla, il bambino venne intercettato dal vicino che lo toccò, baciò sul collo e gli diede anche una moneta da 2 euro con la promessa di una banconota da 10 euro se fosse tornato nel pomeriggio. Il ragazzino scappò a casa scioccato e raccontò subito ai genitori quello che era accaduto dicendo che il vicino era un pedofilo, “era molto scosso e mi resi subito conto che qualcosa non andava, aveva addosso un forte odore di colonia, un profumo che nessuno in casa usa”. I genitori si precipitarono subito nella stalla seguiti dal figlio che gettò ai piedi dell’uomo la moneta da 2 euro, “ci disse che era un po’ ubriaco e che non bisognava dar troppo retta ai ragazzini perchè a volte inventano le cose” aveva raccontato la madre, ma qualche giorno dopo fu lui stesso a recarsi a casa loro per scongiurarli di non denunciarlo, che aveva soltanto aiutato il ragazzino a scendere le scale. La famiglia aveva già deciso di non denunciare quell’episodio per non aggravare il turbamento del figlio; uno shock che però a distanza di un anno non si era attenuato, tanto che il ragazzino raccontò quell’episodio al proprio insegnante di sostegno a scuola. In seguito i genitori procedettero con la denuncia e deciso di trasferirsi in un’altra regione per non imporre a loro figlio la presenza di quell’uomo per il quale l’accusa aveva chiesto la condanna a 6 anni di reclusione, una richiesta molto pesante in relazione alla quale l’avvocato Fabrizio Di Vito aveva però chiesto di considerare la minore gravità. Richiesta accolta dal collegio dei giudici che ha condannato l’imputato a 3 anni di reclusione.

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