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Domenica 24 novembre 2024

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La nuova vita dell’ex caserma Piglione con 32 nuovi alloggi, spazi e servizi comuni e restauro esterno

Iniziano i lavori di riqualificazione degli spazi non utilizzati nell'edificio in via Bongioanni finanziati con 6,5 milioni di euro di fondi Pnrr

Cuneo

La Guida - La nuova vita dell’ex caserma Piglione con 32 nuovi alloggi, spazi e servizi comuni e restauro esterno

Sono in fase di avvio i lavori di riqualificazione dell’edificio dell’ex Caserma Piglione e della corte interna, in via Bongiovanni. Finanziato con 6,5 milioni di euro di fondi Pnrr, l’intervento prevede la realizzazione di 32 alloggi nei piani oggi inutilizzati, la realizzazione di spazi comuni e il restauro esterno dell’edificio per ripristinare l’aspetto originario, con la sostituzione di tutti gli infissi esterni e la realizzazione anche di una nuova scala esterna sul lato sud che nelle intenzioni sarà non solo un elemento funzionale, come “scala di sicurezza”, ma anche un “oggetto architettonicamente pregevole, simbolo della rigenerazione dell’area”.

Gli alloggi e gli spazi interni

Nell’edificio oggi già trovano posto il Centro per l’Impiego, al piano terra, e il Micronido dell’ASO S.Croce e Carle Tatatà, al primo piano, che rimarranno attivi anche durante i lavori. L’intervento negli spazi inutilizzati consentirà di creare nuovi alloggi di varie metrature: 5 al primo piano, per la porzione non utilizzata dal Micronido; 12 in tutto il secondo piano e 15 minialloggi per studenti nel piano sottotetto, con cucine e living in comune. Per rendere abitabile il sottotetto si apriranno 3 abbaini e 17 lucernari, nel rispetto delle forme e delle geometrie esistenti. Su ogni piano ci saranno spazi per servizi integrativi e comuni alle unità abitative. Le abitazioni saranno infatti destinate a soggetti in cerca di autonomia (giovani, studenti, famiglie giovani, anziani) la presenza di servizi in comune ha ricadute importanti sulla qualità dei rapporti tra gli abitanti.

“L’obiettivo – spiega il Comune nella presentazione dell’intervento – è di potenziare qui l“Hub Multisociale”, che di fatto già esiste, dal momento che l’edificio svolge già diverse funzioni sociali, attraverso la rete di soggetti pubblici e privati che cooperano: dal centro di accoglienza, al centro di lavoro protetto, al micronido. La scelta di inserire in questa rete nuovi spazi residenziali ha l’ambizione di creare le opportunità per tessere nuove relazioni in grado di ricucire il tessuto urbano, sociale ed economico di questa porzione di città. Questo tema della “ricucitura” è inserito nel progetto con l’idea dell’apertura di un varco per consentire la visibilità completa anche della corte interna dell’edificio: si vuole così esprimere quella che gli architetti chiamano la “permeabilità dell’area alla fruibilità pubblica”.

Il cortile sarà risistemato nella pavimentazione e con nuova vegetazione a beneficio dei residenti, con aree di pertinenza delimitate per le esigenze del Centro Lavoro Protetto e del Dormitorio della Croce Rossa. In primavera sono previsti altri lavori, sulla manica prospicente via San Giovanni Bosco, per fare spazio a un centro servizi del Consorzio socio-assistenziale.

Il progetto

Il progetto è stato predisposto da Tekne S.p.A. e Rossi Prodi Associati S.r.l. mentre i lavori saranno eseguiti dalle imprese “Fratelli Navarra s.r.l.” e “Gruppo ECF s.p.a.” e dovranno essere conclusi entro il 31 marzo 2026.

“Ancora un cantiere, grazie ai fondi Pnrr, si apre in città – dice la sindaca, Patrizia Manassero – è la messa a terra di un progetto maturato nel tempo e una nuova scommessa che l’Amministrazione fa di andare a inserire in una zona particolare della città, elementi di novità estetica e residenziale con l’obiettivo di integrare così la presenza a volte complicata di chi frequenta il dormitorio. Costruiamo attorno ai fragili uno spazio rinnovato e bello, perché possa portare nuova vitalità”. L’assessore all’urbanistica, Alessandro Spedale, sottolinea: “Uno degli elementi premianti dei tanti progetti cuneesi che hanno attirato le risorse Pnrr è che erano quasi tutti pensati per riqualificare l’esistente. Rinnovare architettonicamente un edificio sappiamo che porta rinnovamento attorno a sé. Lavoriamo in questa direzione con determinazione. Dovremo trovare un nome nuovo per questo spazio”.

 

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