A San Maurizio di Cervasca è stata davvero una serata emozionante, quella vissuta venerdì 26 luglio, organizzato dall’associazione Vivere Cervasca con lo spettacolo della Compagnia del Birùn.
Di notte, San Maurizio è un posto magico; nonostante qualche lampo sullo sfondo che ha creato un po’ d’ansia per il prosieguo della serata, al fresco della sera, sono apparse ad un certo punto le stelle e persino qualche lucciola si è fatta vedere. “C’era un’atmosfera quasi magica a cui contribuiva anche il cielo con tutti quei lampi”, ha detto una spettatrice.
Magia e tanta emozione. La Compagnia del Birùn ha interpretato in modo meraviglioso la storia dell’Alpino Andrea, che si è simbolicamente ritrovato con tanti commilitoni che dalla Russia non hanno avuto la fortuna di tornare. “È stato per noi un onore recitare a San Maurizio”, ha scritto Simona Grosso, presidente del gruppo.
Da un lato, il gruppo degli uomini interpretava i soldati, le loro lunghe marce, la morte per alcuni, per altri la salvezza nel caldo di un’isba, una tazza di latte caldo, un compagno che ti porta a spalla quando non ce la fai più. Dall’altro lato, il gruppo delle donne raccontava la vita di chi era rimasto qui in attesa di notizie e la lotta per la sopravvivenza, che le portava a lavorare nelle fabbriche o gestire i lavori di casa o anche prostituirsi, pur di avere qualcosa da dare da mangiare ai figli. Il coro di otto voci maschili accompagnava la narrazione con i canti adatti; toccante, su tutti, Nikolajewka. Un silenzio profondo e partecipe ha accompagnato lo spettacolo, fino all’applauso finale convinto e liberatorio.
“Un grande grazie – sottolineano gli organizzatori di Vivere Cervasca – alla compagnia, alla sua presidente e agli attori: uomini, donne e ragazzine; al coro; alla regista e al tecnico. Anche per noi di Cervasca è stato un onore ospitare l’Alpino Andrea e il gruppo che ha messo in scena la sua vicenda”.