Valle Grana – “Dal mio salotto riesco a vedere la croce di Filippo. Specialmente quando è sereno o la sera, quando qualcuno con le torce sale sul monte e crea un fascio luminoso”. Paola Alberti, la mamma di Filippo Renaudo, un ragazzo caragliese mancato all’età di 25 anni, è sorridente e un po’ commossa quando scosta la tenda della sala, arredata di colori caldi (arancione, azzurro, rosso, giallo), per capire se in quell’istante la croce sia visibile. Purtroppo, per via della foschia, non si vede ma quando prende l’album delle fotografie salta all’occhio una serie di scatti che raccontano l’avventura dell’installazione della croce.
Massimo Renaudo, il papà di Filippo è seduto a capotavola quando sfoglia l’album. Ha due tatuaggi sull’avambraccio: dal lato destro una raffigurazione della croce di Filippo e dall’altro lato la scritta “1222”, che indica il giorno in cui è mancato: martedì 1° febbraio 2022, a soli 25 anni per un tumore. Gli amici e i famigliari, insieme al rifugista del Fauniera, Marco Vittori, hanno deciso di costruire e installare una croce in suo ricordo su Rocca Negra (circa 2.500 metri), a circa 45 minuti di cammino dal rifugio Fauniera e a metà tra la valle Grana e la valle Maira. Una valle, quella del Grana, che richiama le sue origini e le gite in montagna con gli amici; l’altra, la val Maira, per il campeggio parrocchiale di Saretto, dove Filippo, insieme ad altri suoi coetanei, hanno passato gran parte dell’adolescenza.
Se in quelle zone quasi tutte le cime hanno già una croce, proprio Rocca Negra fino al settembre 2022, non ce l’aveva. Così Massimo ha deciso di disegnarla e realizzarla per poi montarla installando un basamento e inserendo l’immancabile “libro di vetta”, che è giunto alla terza edizione da quella prima firma del 18 settembre 2022. La croce ha anche delle catenelle con appese delle scritte: ogni gruppo di amici (e parenti) ha pensato ad una parola che rappresentasse Filippo; queste parole sono state stampate e attaccate alla catenella così che, chi sale in cima, possa conoscere un po’ di più Filippo.
“Chi lo sapeva che da Caraglio si vedesse proprio questa Rocca? Una sera, sapevamo che degli amici sarebbero saliti con le torce frontali e, per accertarci che fosse proprio quella giusta, ci hanno fatto dei segnali luminosi – continua Massimo -. E sì, anche da casa nostra si vede. Ogni tanto, ci mettiamo in salotto e insieme la guardiamo”. Per raggiungere la cima (2.500 metri) bisogna seguire il cartello di indicazione che si trova dopo il primo tornante passato il rifugio Fauniera, una scritta “Croce di Filippo” indica le tempistiche e una farfalla arancione disegnata su alcuni massi accompagna gli escursionisti fino alla cima. Questo simbolo ha un significato preciso: “La farfalla vive solo un giorno ma fa tantissime cose – dice Paola -. Ed è un po’ come Filippo: doveva fare. A soli 25 anni aveva un’azienda, una rete di amici solida e molti impegni nel sociale. Sentiva che era il momento di darsi da fare e lo faceva con la speranza negli occhi. E poi l’arancione è un colore vivo, Filippo amava i colori accesi”. Anche quest’anno, a fine estate, verrà organizzata una passeggiata in ricordo di Filippo dal santuario di Castelmagno fino alla croce con messa alla partenza del sentiero (colle d’Esischie) e pranzo al sacco. Sono invitati tutti quelli che vogliono scoprire un po’ di più su Filippo.