La Cattedrale di San Giovenale
La Chiesa di Santa Maria e di San Giovenale, assurta a Duomo di Fossano nel primo ‘800 sorge su una preesistente collegiata medievale, di cui l’annessa torre campanaria di inizio ‘400 è l’unica testimonianza rimasta. Rinomata per gli annuali concerti organistici, conserva una numerosa quadreria seicentesca del fiammingo Claret, raffigurante la vita e i miracoli del vescovo di Narni.
L’edificio si sviluppa su tre navate con tre cappelle laterali parallele. La Chiesa all’inizio era solo una Collegiata retta da canonici che dal Borgo Romanisio si erano trasferiti a Fossano con le reliquie di San Giovenale. Nel 1279, con la traslazione delle reliquie di San Giovenale, la chiesa prese il nome di Santa Maria e San Giovenale. Nel 1779 venne abbattuta per una nuova Cattedrale inaugurata nel settembre del 1791. Il capo reliquiario di San Giovenale è uno degli esempi migliori di oreficeria tardogotica piemontese. La grande intensità del volto e il trattamento delle superfici rendono l’opera estremamente reale e affascinante. Vero capolavoro è la mitria, decorata da fasce traforate e placchette smaltate; le finte pietre preziose sono un’aggiunta che ha in parte falsato il suo aspetto. Fu realizzato dall’orafo Severino Dorerio nel 1417, su commissione di Ludovico d’Acaja, come testimoniano anche gli stemmi presenti sul basamento. Il reliquiario è visibile esclusivamente durante i solenni festeggiamenti per il santo patrono, che si celebrano la prima domenica di maggio. I preziosi tesori iconografici e di arte sacra patrimonio del Duomo sono custoditi ed esposti nel Museo diocesano all’interno della Curia vescovile, limitrofo alla cattedrale.
Museo Diocesano
Il museo diocesano si trova nei pressi della Cattedrale. Il palazzo che lo ospita risale al XVIII secolo e fu la sede del seminario vecchio; è collegato al palazzo vescovile con cui forma un armonioso cortile porticato. Il Museo ha restaurato e raccolto opere di arte sacra provenienti da diverse chiese del territorio non più fruibili o poco sicure. Lungo il percorso di accesso numerosi pannelli danno conto della ricchezza della diocesi di Fossano, eretta nel 1592. La sala di ingresso accoglie i visitatori con frammenti di opere ad affresco e su tela, scampati a furti e distruzioni e qui ricoverati. Nelle sale interne sono raccolte le opere sopravvissute al crollo dalla seicentesca chiesa di San Giuseppe (13 tele, 6 delle quali attribuite al fossanese Giacomo Pittatore, una scultura lignea della Madonna con Gesù Bambino del 1638, arredi della prima metà del seicento), un dipinto di San Giovanni Evangelista dipinto da Giovanni Antonio Molineri e la grande tela con la Predicazione del Battista, la Madonna lignea con baldacchino scolpita da Carlo Giuseppe Plura 1725, tele, sculture, suppellettili liturgiche e arredi provenienti dalle confraternite cittadine dei Battuti Rossi, dei Battuti Bianchi e dei Battuti Neri. Un allestimento molto particolare è riservato alla ricca galleria di ritratti di benefattori fossanesi, documento pittorico e testimonianza storica di quella che è stata definita “l’epopea della carità”.
La Confraternita della Santissima Trinità
La nascita della Confraternita della Santissima Trinità risale agli inizi del XIV secolo, era dedicata a Cristo Crocefisso e si prodigava nel distribuire elemosine a bisognosi e pellegrini. A metà del ‘500 nascono due sodalizi Bianchi e Neri e da questo momento cambierà finalità amministrando l’ospedale per dare soccorso ai malati nella contrada del centro storico, ora via Ancina. L’arredo dell’antico edificio oggi è conservato nel Museo Diocesano. Vicino all’ospedale l’arch. Francesco Gallo tra il 1730 – 39 edifica la nuova chiesa che raccordava la mole dell’ospedale e la contrada maestra. L’interno è a croce greca con due cappelle laterali, le decorazioni furono affidate ai collaboratori del Gallo. Nei dieci ovali posti lungo il perimetro dell’aula sono ospitati i busti rappresentanti santi, beati e personaggi biblici. Ad inizio Settecento i confratelli per onorare la memoria degli insigni benefattori dell’ospedale decisero di farne i ritratti che ancora oggi vengono esposti per le vie cittadine in occasione della festività del Santo Patrono.
La chiesa di San Filippo
La chiesa fu edificata tra 1706 e 1713. La facciata è caratterizzata da un paramento in cotto, movimentato da coppie di colonne binate che sorreggono in alto un timpano curvilineo e ribassato. Nelle nicchie laterali erano collocate due statue lignee raffiguranti San Pietro e San Paolo, poi scomparse alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso. Il portale principale è sormontato da un riquadro ad affresco datato 1739. L’interno è completamente rivestito da affreschi eseguiti tra 1718 e 1739. Sulla volta della navata è dipinta la Gloria di San Filippo Neri e nel presbiterio l’Assunzione della Vergine. Di grandissimo fascino è la finta architettura presente sulla parete di fondo, che amplifica lo spazio e inganna il nostro occhio con incredibile artificio. Al centro campeggia la tela con la Visitazione che Sebastiano Taricco aveva eseguito per la chiesa precedente, nel 1682.