Molte delle richieste portate avanti dai trattoristi coincidono di fatto con le battaglie della Coldiretti, la principale organizzazione di imprenditori agricoli oggi esistente a livello provinciale oltre che nazionale ed europeo: la tutela del cibo Made in Italy, la lotta per la trasparenza in etichetta, il contrasto alle importazioni selvagge e alle speculazioni, lo stop ai finti cibi in provetta.
Ma pur condividendo largamente le ragioni di chi è sceso in strada con i trattori, Coldiretti non ha preso parte alle manifestazioni di piazza che sono state qua e là organizzate nella Granda e nel resto d’Italia. Alla protesta generalizzata Coldiretti ha preferito la via del dialogo già aperto su molti fronti ai tavoli istituzionali. Negli ultimi mesi non ha allentato la pressione su Regione, Governo e Unione europea. Soprattutto Unione europea, perché è principalmente a Bruxelles che si decidono le sorti della nostra agricoltura ed è lì che la Coldiretti ha scelto di andare, per correggere politiche autolesionistiche che rischiano di mettere in ginocchio l’agricoltura europea.
Con due appuntamenti circostanziati e obiettivi mirati, Coldiretti è salita nella capitale dell’Unione Europea.
L’ha fatto la prima volta il 1° febbraio scorso, in occasione del Vertice straordinario dell’UE: una manifestazione ai piedi del Parlamento europeo culminata nell’incontro della Coldiretti con il Commissario europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, la Presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen, il Presidente del Consiglio UE Charles Michel e la Premier italiana Giorgia Meloni, che hanno espresso sostegno alla protesta e assunto primi impegni rispetto al piano “Non è l’Europa che vogliamo!” che la Coldiretti ha presentato per l’occasione.
Coldiretti è tornata a Bruxelles una seconda volta il 26 febbraio in occasione del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura per chiedere risposte esaustive in tempi certi alle necessità delle aziende agricole: le crisi di mercato impongono urgentemente di andare oltre i limiti imposti dall’UE ai produttori.
In entrambe le occasioni era presente in forze anche una delegazione Coldiretti dal Piemonte con un centinaio di imprenditori cuneesi.