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Venerdì 22 novembre 2024

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Superbonus, colpo di spugna sulla cessione del credito

Famiglie e imprese int crisi per le strette previste dal nuovo decreto approvato in settimana dal Consiglio dei Ministri

Cuneo

La Guida - Superbonus, colpo di spugna sulla cessione del credito

Colpo di spugna del Governo sulla cessione del credito da Superbonus 110%. Il Consiglio dei Ministri ha approvato in settimana l’ultimo decreto che a sorpresa ha cancellato lo sconto in fattura e la cessione del credito, non solo per il Superbonus, ma anche per le altre tipologie di bonus edilizi per cui sono rimarranno solo le detrazioni fiscali. “Per chiudere definitivamente l’eccessiva generosità di questa misura” ha dichiarato il ministro Giancarlo Giorgetti. Il 29 marzo il decreto (Dl 39/2024) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, con entrata in vigore da sabato 30 marzo. Ora è atteso alla conversione con partenza dal Senato.
Le poche salvaguardie rimaste e le diverse le strette previste nel nuovo provvedimento hanno mandato in crisi famiglie e imprese.
E adesso cosa deve aspettarsi chi ha già in corso una pratica?
Chi ha presentato una Cilas – la Comunicazione di inizio lavori asseverata Superbonus 110% -entro il 16 febbraio del 2023 può stare tranquillo e può ancora effettuare cessioni e sconti, ma soltanto se ad oggi –  30 marzo 2024 – ha già effettuato spese, collegate a fatture per lavori effettivamente realizzati.
Giovedì 4 aprile scadrà invece il termine per comunicare le opzioni relative alle spese del 2023 e alle rate residue degli anni precedenti. Cancellata la cosiddetta “remissione in bonis”, cioè la possibilità di pagare una sanzione da 250 euro se in ritardo con la presentazione della documentazione. Quindi chi pur essendo in regola con tutte le pratiche burocratiche, è in ritardo con la presentazione della documentazione, ha fatto un errore o non ha comunicato all’Agenzia delle Entrate di aver deciso per lo sconto in fattura e la cessione del credito per i lavori nel 2023 potrà farlo solo entro il 4 aprile altrimenti dovrà pagare la fattura e poi scontarla dalle imposte della dichiarazione dei redditi in più anni.

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