Dal 23 marzo al 7 aprile all’Antico Palazzo di Città a Mondovì Piazza si tiene la mostra “Dalle vette al tremolar de la marina”. Il titolo con la citazione dantesca, dal primo Canto del Purgatorio, suggerisce la diversa bellezza dei due ambienti, il contrasto tra il bianco immacolato delle vette e il variegato eterno moto delle onde nei loro preziosi colori. Un’antologica di artisti che hanno operato su tutt’e due gli ambienti, che hanno saputo fissare nelle loro tele qualche istante di grazia, di luce, di sublime. I pittori della provincia sono da sempre legati al fascino della montagna e a quello del mare. Le Alpi Marittime chiudono la loro azzurra cerchia negli specchi scintillanti del mar Ligure. Nelle valli, il profumo del mare arriva con il vento tiepido (ël marin) di primavera a risvegliare la terra assediata dall’inverno. Un’ampia serie di artisti esposti nella mostra organizzata dall’associazione “Col. Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo” onlus.
Tanti artisti in mostra:
Giuseppe Sacheri (Genova 1863-Pianfei 1950) artista per certi versi legato alla pittura di Fontanesi e Delleani nel solco del romanticismo ottocentesco, a mano a mano imprime una svolta nuova nello stile pittorico, soprattutto quando si trasferisce a Pianfei. Il paesaggio della nostra provincia, il mondo bucolico e agreste, è raffigurato in una innovativa lirica vibrazione luministica.
Guido Cordero di Montezemolo (Mondovi 1878- Torino 1941) è un pittore moderno: abbandonò la vecchia pittura ottocentesca fondendo impressionismo e divisionismo. I suoi paesaggi sono intrisi di luce, di palpitazioni cromatiche rese da chiazze e tocchi di colore di intima liricità. Ha cantato il mondo contadino, la magie delle stalle, i lavori agresti in un’aura di francescana semplicità.
Nino Fracchia (Moline di Vicoforte 1888-Mondovì 1950), fu un artista multiforme: pittore, decoratore, ceramista, scultore. Influenzato dal Liberty, negli ultimi anni la sua pittura si fece cupa e drammatica, all’insegna di una intensa introspezione.
Antonio Cangioli (Mondovì 1893-1952) prediligeva la pittura “en plein air” come gli impressionisti cogliendo nel paesaggio essenza di forme, di volumi e la vibrazione sottile del colore.
Pippo Vacchetti (Carrù 1873-1945), pittore nel solco della tradizione piemontese, dipinse nature morte e paesaggi di Langa, soprattutto, dove il colore assume un forte connotazione lirica.
Lina Garitta (Torino 1896-Mondovì 1980) divise la sua vita tra l’insegnamento e l’arte. La sua è una pittura all’insegna della tradizione e della grande perfezione formale e tecnica. Nelle chine tocca il vertice di un’arte essenziale, vera, palpitante di suggestioni liriche.
Roberto Luciano (Cuneo 1906-2001) sapeva cogliere l’essenza di un paesaggio, di una natura morta. Legato al divisionismo, con la sua tecnica pittorica toccava vertici di assoluto virtuosismo, scomponeva il soggetto in un caleidoscopio di cromie fulgenti, di luci magiche e sospese seguendo i dettami del divisionismo.
Oreste Tarditi (Novello 1908- 1991) acquarellista di Langhe e di montagna. La sue inconfondibili immagini, perse in luci struggenti, in soffuse chiarità, erano basate su un solido impianto strutturale. Il suo segno era rapido e folgorante, acquisito con il costante, quotidiano esercizio del disegno.
Giovanni Somà (Villanova 1914-2013), fu pittore, ceramista e frescante. Nei suoi paesaggi non vi è mai banalizzazione naturalistica, l’oggetto viene sublimato in evento di luce e colore, in lunghe spazialità dove lo spirito sembra perdersi per ritrovare un romantico sentimento del sublime.
Marco Lattes (Cuneo 1914-Mondovì 1999) fu soprattutto raffinato acquarellista. Amava dipingere completamente immerso nel paesaggio. Scorci di Mondovì, delle nostre vallate esaltano nelle trasparenze dei colori ad acqua cogliendo il senso dell’istante, della magia di un attimo fissato per sempre.
Arnaldo Colombatto (Paesana 1920-Mondovì 1998) pittore e ceramista, eccelse nella tecnica dell’acquarello. La montagna era il suo tema prediletto. C’è nelle sue immagini la tensione metafisica verso l’alto, la vetta che irraggia un senso di ideale bellezza, di ascesi spirituale.
Giovanni Gagino (Fossano 1924-Cuneo 2014), pittore e scultore, ha dato un’impronta originale all’arte della seconda metà del Novecento in provincia. La sua opera pittorica è una grande fiumana di dirompente energia creativa che si dirama in vari meandri tematici: Officine e Acciaierie, paesaggio, nature morte, figure spesso ambientate.
Andrea Contri (Imperia 1925-Mondovì 2011), pittore, ceramista, scultore. Tutta la sua opera è legata ad un accorato senso dell’umanità, della sofferenza, della fratellanza. Non ha mai tradito il figurativo, la visione del reale secondo una modalità umana e sociale per astratte formule d’un’arte lontana dai sentimenti e dalla natura.
Ezio Briatore, pittore monregalese appena scomparso, incisore, poeta e scrittore. L’artista raggiunge nella xilografia la fama a livello nazionale. Le incisioni di Briatore colgono microcosmi di bellezza, incanti quotidiani, realtà minime che assurgono a dimensione poetica. Nella rappresentazione del paesaggio opera sintesi di rara perfezione formale e di folgorante poesia.
Paola Meineri Gazzola ama le delicate tinte dei pastelli che sfuma in luci danzanti, in vaporosi scintillii cromatici. Una lunga appassionata ricerca artistica all’insegna di un colore lirico, specchio dei moti dell’anima, contraddistingue l’opera dell’artista cuneese. La sua ricerca si sviluppa su due fronti contrapposti: figurazione ed astrazione.
Gemma Asteggiano si immerge nell’anima del paesaggio per coglierne la sostanza impalpabile, la luce più segreta. La sua è una continua ricerca, un cantiere di fervori creativi, una scalata a vette di sublime e di indicibile. Non per nulla l’artista ama la montagna nella ricerca assidua di immagini da fissare nei delicati colori ad acqua.
La mostra è aperta il venerdì, il sabato e la domenica dalle ore 16 alle ore 19.