“Una follia intrinseca che non risponde in alcun modo all’interesse della collettività in presenza di proposte alternative sulla sede attuale del Santa Croce a costi e tempi dimezzati”. Così definisce il progetto del nuovo ospedale Santa Croce a Confreria, Ugo Sturlese, consigliere comunbale di Cuneo per i Beni Comuni, ex primario del Pronto Soccorso e della medicina d’urgenza di Cuneo, contrario da sempre al trasferimento al Carle del nuovo ospedale unico.
Sturlese che si batte dall’inizio contro lo spostamento dell’ospedale, ha criticato quanto è emerso dalla Conferenza dei Servizi e continua a insistere che non sembra possibile lo spostamento a Confreria anche per la questione viabnilità e soldi che mancano per adeguare le strade.
“Il Comune non è proprietario dell’intera area necessaria alla realizzazione del nuovo ospedale unico, essendo almeno 2 ettari di proprietà privata – dcie Sturlese -. Inoltre la costruzione di strade di accesso, necessarie anche in fase di cantiere, è ancora in fase di studio e di ricerca di finanziamenti a carico del Comune di Cuneo e si tratta di una cifra di oltre 100 milioni. Insomma malgrado il battage pubblicitario l’infelice e costosa scelta di Regione e Comune di Cuneo è tutt’altro che vicina alla conclusione”.
Ma l’attacco di Sturlese non risparmia nemmeno gli enti coinvolti nella Conferenza dei Sergici e in primis il direttore generale del Santa Croce e Carle Livio Tranchida.
“La Conferenza dei Servizi, che doveva pronunciarsi sulla proposta e relativo progetto per il Nuovo Ospedale Unico di Cuneo si è conclusa con una breve e farsesca riunione tecnica… Insomma il trucco del mago Tranchida è consistito nel completo depontenziamento del ruolo propositivo della Conferenza, peraltro già privata dalla possibilità di conoscere i costi dell’opera demandati all’esame del Piano di fattibilità tecnico economica (PFTE) con scadenza 30 aprile. Nella conferenza stampa Tranchida ci ha comunicato che gli Enti presenti (rappresentati per Regione, Provincia e Comune solo da funzionari, non responsabili politici!) non hanno presentato rilievi ostativi. La cosa, se fosse definitiva e non aperta a successivi rilievi, sarebbe sorprendente in quanto almeno un rilievo è inoppugnabile e cioè l’esistenza di insuperabili vincoli paesaggistici in base al disposto della Legge Galasso, come rilevato dell’estensore di un precedente progettista di un piano preliminare, lo studio Colombo di Milano”.