Sono giorni decisivi per il campo largo in Piemonte tra Pd e 5 Stelle e le forze del centrosinistra. Già insicuro e con poche probabilità, ora sembra ridotto al lumicino dopo la vittoria di ieri di Marsilio in Abruzzo. Nonostante i sondaggi in salita nelle ultime settimane per D’Amico, in realtà c’erano poche speranze di vittorie contro il governatore uscente e una legge elettorale regionale che non consente il voto disgiunto come invece in Sardegna.
Ma sono anche i dati usciti dalle urne abruzzesi che mettono ulteriori inciampi a un accordo già difficile da trovare per il Piemonte. Se nel centrodestra colpisce l’exploit di Forza Italia e l’ennesima sconfitta della Lega di Salvini, è sul fonte dell’opposizone che i dati sono da leggere con attenzione: bene il Pd che cresce, mentre il tracollo è quello dei 5 Stelle che vedono quasi dimezzare il consenso fermandosi al 7 per cento. Un dato che potrebbe indurre Conte ed Appendino a considerare che se nella corsa non c’è un pentastellato, come la Todde in Sardegna, a rimetterci sono proprio i 5 Stelle. E dunque perché correre insieme in Piemonte? Tanto più che si vota nella stessa data delle europee dove si corre divisi?
Il Pd con le parole del segretario regionale Mimmo Rossi ha rilanciato l’alto giorno l’idera del campo largo e ha posto come il 16 marzo la linea di decisione, convocando l’assemblea regionale del partito.