Saluzzo – Nel video estrapolato dal cellulare di uno dei tre imputati, si vede il giovane magrebino intento nell’operazione dello sgozzamento di un bovino secondo il rito islamico, cioè senza stordimento dell’animale; insieme a lui la madre e altre persone che non sono state identificate. Il luogo in cui stava avvenendo la macellazione di quello e di altri animali apparterrebbe al terzo degli imputati, un saluzzese a carico del quale c’era già un deferimento per reati simili. A carico di R. M. e M. I., madre e figlio di origine magrebina, e B. R. è in corso al tribunale di Cuneo il processo per uccisione di animale e violazione di leggi in materia di sicurezza alimentare per fatti avvenuti nell’agosto 2019. Quando intervennero i militari della Forestale a terra c’erano resti di animali, molto sangue e condizioni igieniche carenti. Dalle immagini estrapolate dal video si riconoscono bene madre e figlio mentre non si riconosce in maniera chiara anche il terzo imputato che però risulterebbe essere il proprietario del capannone in cui stava avvenendo la macellazione rituale. “È una pratica cruenta che prevede di non stordire l’animale prima dello sgozzamento – ha riferito in aula il militare del Norm di Saluzzo che aveva svolto le indagini – ed è consentita solo in determinati macelli autorizzati. Quello non lo era”. Per consentire la corretta identificazione del terzo imputato, verrà chiamato a testimoniare anche il militare della Forestale che quel giorno di fine agosto aveva sequestrato il capannone in seguito alla scoperta del macello clandestino. L’udienza è stata quindi rinviata a febbraio per gli ultimi testimoni e per la discussione.