Cuneo – Il Pnrr per la sanità rischia di saltare tutto o quasi. E nel “pacchetto” il sempre più incerto nuovo ospedale di Cuneo rischia di saltare in modo definitivo e non solo di ritardare.
Il Piano rivisto dal Governo Meloni con grandi ritardi fa slittare le costruzioni di ospedali e case di comunità e centrali operative (tra cui le 14 case, 5 ospedali di comunità e 6 centrali operative nella provincia di Cuneo) non più sui fondi europei del Pnrr ma sui fondi nazionali per l’edilizia sanitaria, che rimarranno vuoti per la costruzione dei nuovi ospedali. Questo significa che i fondi nazionali sarebbero tutti impegnati, compresi quelli per l’ospedale di Cuneo che, sebbene cerchi appoggio nel partenariato pubblico privato, dai fondi statali articolo 20, ovvero il fondo per l’edilizia sanitaria, ha bisogno di almeno un terzo dei soldi che servono. Per il nuovo Santa Croce e Carle così come è stato pensato a Confreria significano almeno 140 milioni di euro.
Il piano del Governo prevede l’uso del denaro ex articolo 20 per 414 case di comunità su un totale di 1.350, 76 centrali operative territoriali su 600 e 96 ospedali di comunità su 400. un terzo delle strutture peserebbero sui fondi statali, cioè 36 strutture in Piemonte. Ma proprio in Piemonte l’assessore regionale Luigi Icardi ha spiegato che“i fondi dell’articolo 20 sono già tutti destinati e ci sono molte progettazioni già in corso” per questo non è possibile spostare risorse sulle strutture del Pnrr, perché ci sono da pagare progetti, investimenti, partenariati già di procedure in corso. Per il Piemonte il fondo edilizia sanitaria è di oltre 730 milioni ma è già tutto impegnato. Inoltre si aggiunge il problema sui trasferimenti al Piemonte del riparto del Fondo nazionale sanitario 2023, decurtati di circa 400 milioni di euro.
Una pesante spada di Damocle sul futuro del nuovo Santa Croce e Carle che rimette in discussione molte cose e anche diverse scelte già fatte. Tra queste probabilmente si ripensa anche all’apportunità o meno di una costruzione completamente ex novo o se ritornare a pensare a una ristrutturazione complessiva. Su questo fronte continunao a spingere per esempio le opposizioni in consiglio comunale a Cuneo, ma forse non solo.
Il ritardo dell’analisi della proposta del privato, la Inc. Spa, da parte del nuovo commissario Livio Tranchida e la dichiarazione di pubblico interesse che non arriva così come la convocazione della Conferenza dei Servizi sembrano proprio “figlie” di tutta questa incertezza. A partire dalla copertura economica che la Regione dovrebbe dare, ma non può farlo, per il progetto del nuovo ospedale che ancora una volta rischia di essere soltanto un annuncio elettorale.