Racconigi – Nuovi alberi, esattamente 403, quanti sono i nuovi nati e i minori adottati in famiglie della cittadina dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre scorso, nel quinquennio del primo mandato all’amministrazione comunale guidata da Valerio Oderda, confermato l’anno scorso. La piantumazione dei nuovi alberi avverrà nel prossimo inverno.
“Il progetto – viene spiegato dal Comune – è in linea con la legge 14 gennaio 2013, n. 10, che stabilisce che i Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti mettano a dimora un albero nel territorio comunale per ogni neonato residente e per ciascun minore adottato. Pur avendo Racconigi una popolazione inferiore ai 15.000 abitanti, l’Amministrazione ha riconosciuto l’alto valore del progetto e ha deciso dunque di aderirvi”.
“Purtroppo fa più rumore un albero che cade, piuttosto che una foresta che cresce, ma sono convinto che questa scelta lascerà un segno tangibile alle future generazioni – commenta il primo cittadino -. Il nostro Comune ha un popolazione di circa 10.000 abitanti, quindi non avevamo obblighi a riguardo, ma considerato che la nostra amministrazione comunale ha tra gli obiettivi principali e costantemente perseguiti quello della riqualificazione urbana e ambientale, al fine di tutelare e promuovere il verde cittadino e valorizzare il decoro urbano, abbiamo ritenuto di farci promotori attivi della realizzazione di questa iniziativa, che vedrà il coinvolgimento, oltre che del Comune, delle scuole, dei Carabinieri Forestali e della Protezione civile”.
“Abbiamo presentato alla Regione la domanda di assegnazione per avere 403 alberi – aggiunge il consigliere delegato al verde pubblico Domenico Annibale -, confrontandoci con i Carabinieri Forestali di Saluzzo per la scelte delle specie più idonee al nostro territorio, tra cui il gelso, carpino, tiglio, quercia, frassino, ma anche ciliegi e meli selvatici, prugnolo e fusaggine, più adatti all’avifauna locale: pensare che questi alberi, piantati come segno indelebile per festeggiare la nascita di una nuova vita, possano essere rifugio per altri esseri viventi e i loro frutti, come quelli dei meli selvatici, dei gelsi e dei ciliegi, fonte di sostentamento per i numerosi animali che popolano le nostre campagne, ci rende orgogliosi del lavoro e della scelta fatta”.