È incastrata al suo passato l’avvocato Alessandra Rizzo, quando Sue Ellen, madre di Anna, racconta di una donna dai lunghi capelli rossi che giorni prima si aggirava intorno al parco giochi. I pensieri si affollano nella sua mente e ogni particolare sembra incastrarsi perfettamente in un racconto drammatico che lei ha già vissuto come mamma.
La stessa storia di sparizione di un bambino: sua figlio Matteo e ora Anna. Nessun indizio su chi potrebbe aver compiuto i rapimenti. Soprattutto nessun ulteriore notizia circa la fine dei due bambini.
È per questa comunanza di emozioni che l’avvocato prende a cuore il caso di Sue. Si fa investigatrice, mentre deve anche seguire un caso di omicidio. Il figlio di una famiglia della Torino ricca è precipitato da una finestra di Palazzo Nuovo. Così le madri si trovano a fare i conti con la perdita di un figlio salgono a tre.
L’autrice ricorre a questa condivisione di drammi per conferire al personaggio dell’avvocato un più netto spessore umano di mamma ferita da dolore indicibile.
I due casi, la scomparsa della bimba e l’omicidio dello studente, convergono alla ricerca dei dovuti chiarimenti. L’autrice lascia intuire con chiarezza l’abisso agghiacciante che sta dietro a entrambe, senza per altro scadere nel morboso anzi trovando alla fine una possibilità per uscire finalmente da quel caldo soffocante che incombe su Torino annuncio e metafora degli orrori che vi si consumano.
Troppo caldo per morire
Laura P. Cavallo
Golem
14,90 euro