Un invito a visitare e sostare per qualche momento nel santuario di Nostra Signora delle Grazie di Mellea. Silenzio e pace accolgono il pellegrino come qualsiasi passante. Un’atmosfera che non è cambiata da quando nel XVI secolo quel luogo divenne meta di pellegrinaggi a seguito dell’apparizione di Maria.
Il libro ricostruisce il quadro delle vicende che risalgono al 1537 quando, il 20 maggio, un uomo gravemente malato si ferma in quel luogo per una pausa nel suo lungo viaggio in cerca di un medico. Un momento di riposo che sconvolge la sua vita allorché gli appare “seduta su un sasso, una Donna maestosa e risplendente”, a cui la persona si affida totalmente ritrovandosi subito guarito.
La notizia si diffonde. La pietra nella boscaglia diventa meta di pellegrini. Alcuni ricevono anche grazie di guarigione tanto che il vescovo di Alba concede l’autorizzazione per costruirvi una cappella dedicata alla Vergine Maria, affidata alla cura di una confraternita presente a Farigliano.
Il santuario subisce le guerre di religione e nel XVII secolo, dopo pochi anni di presenza dei Cistercensi, viene affidato ai Francescani. Rimarranno custodi del santuario fino al 2009 quando, per scarsità di vocazioni, sono costretti ad abbandonare quel luogo.
È però l’inizio di una nuova vita. Il forte legame del santuario col territorio si esprime in una grande raccolta di firme per scongiurare il pericolo di chiusura che sfocia nell’affidare la cura del santuario alla Comunità Papa Giovanni XXIII. Attraverso questa scelta il santuario può proseguire quella storia di accoglienza che ha contraddistinto nel tempo quell’oasi di pace.
Nostra Signora delle Grazie di Mellea
Giona Cravanzola
Sempre
16 euro