Cuneo – Dal 17 al 24 marzo, presso l’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Cuneo, largo Barale 1, è aperta la mostra fotografica “Operazione Colomba: da oltre 30 anni per una pace possibile”, in occasione dei 30 anni di Operazione Colomba, Corpo civile di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII.
La mostra sarà aperta sabato 18 marzo dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19, domenica 19 dalle 15 alle 19, da lunedì 20 a venerdì 24 dalle 9 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18. Per le scuole è possibile prenotare una visita guidata telefonando al 349.1394153.
Gli eventi collaterali
Alla mostra sono collegati due eventi: l’incontro “Conflitti e disarmo”, con Carlo Tombola e Alberto Capannini, questa sera, venerdì 17 marzo, alle 21, in largo Barale 1; il concerto con i Costa Volpara, venerdì 24, alle 21, presso la Spazio Varco, via Pascal 5L.
Operazione Colomba
Trent’anni di vita in zone di guerra, a fianco delle vittime, sperimentando che la nonviolenza è l’unica via per una pace vera fondata sulla giustizia, il perdono, la riconciliazione. Dal 1992, oltre 2.000 persone, tra volontari e obiettori di coscienza hanno partecipato ai progetti di Operazione Colomba: dai Balcani all’America Latina, dal Caucaso all’Africa, dal Medio all’estremo Oriente; oggi sono presenti in Palestina, Cile, Colombia, nei campi profughi ai confini con la Siria, in Ucraina.
“Trent’anni sono una ricorrenza da festeggiare – dicono alla Comunità Papa Giovanni XXIII -. Sappiamo che questo verbo può sembrare improprio pensando ai contesti in cui ha operato e opera Operazione Colomba. Noi però pensiamo sia significativo evidenziare ciò che questo cammino nonviolento ha portato: la condivisione della vita con tutte le vittime sui diversi fronti dei conflitti, indipendentemente dall’etnia, la religione, l’appartenenza politica vivendo le stesse condizioni di povertà e di pericolo che sono costretti a vivere i civili in guerra. L’Operazione Colomba con i propri volontari cerca di stare nei Paesi in cui ci sono dei conflitti per assistere i piccoli, le persone con handicap, i meno giovani e le persone sole che non hanno potuto scappare”.