Novara – “Non lasciamogli uccidere Tina”: è l’appello lanciato dall’organizzazione no profit Rifugio Miletta per proteggere Tina, metà cinghialetta e metà suino, che l’Asl di Novara vorrebbe sopprimere per ragioni di “bio sicurezza” in materia di prevenzione dalla Peste suina africana.
“Tina è stata adottata circa un anno fa da Gabriele e la sua famiglia, famiglia di cui ora fa parte. Ad agosto i servizi veterinari dell’Asl di Novara si sono presentati a casa di Gabriele – raccontano dal Rifugio Miletta – prescrivendo misure di bio sicurezza che lui ha subito adottato. A gennaio l’Asl si è ripresentata prescrivendo ulteriori misure, ma senza lasciargli il tempo di metterle in opera, lo stesso giorno, ha emanato una sentenza di morte per Tina. È stato così dato il mandato ad un avvocato per presentare ricorso al Tar del Piemonte. Il Ministero della Sanità aveva già spiegato – continuano – che dagli abbattimenti per prevenire la proliferazione per la Peste suina africana erano esclusi i suini domestici, non dpa. C’è già una sentenza del Tar del Lazio che spiega che le Asl non hanno facoltà di stabilire l’uccisione di animali domestici a causa della Peste suina africana, neppure se si fosse in zona rossa. Confidiamo che il Tar del Piemonte ribadisca lo stesso concetto lasciando a Tina, Gabriele e la sua famiglia la possibilità di una vita felice”.