È il “romanzo di un ghiacciaio” ed è un libro unico nel panorama italiano, con una nuova epica umana e ambientale in cui l’autore ci porta al cuore del nostro rapporto con la natura che cambia. Anche un libro illuminante, in un presente scosso da tremendi mutamenti che sono anche climatici e hanno nei ghiacciai il segno di un’impronta profonda, tra ciò che nel passato non abbiamo saputo vedere e ciò che oggi possiamo ancora salvare. I tre protagonisti del romanzo hanno un destino simile e lo stesso nome: Andrea Darman.
Accanto alle loro storie, le descrizioni potenti ed efficaci dell’ambiente naturale che fa da sfondo, con una capacità mirabile di far immaginare e di far scaturire nella mente di chi legge le linee e i colori.
Visioni che si frammentano, come i sogni che si perdono quando ci si sveglia: in neurologia questi si chiamano “sogni bianchi”. Andrea Darman conosce quella sensazione fin da bambina. E dopo anni di reclusione (per le sue attività ribelli) torna sulle montagne dove è nata, e tutto le sembra destinato a un pesante oblio.
Nonostante la solitudine e quella striscia appena che rimane, lei rivive qualcosa che è iniziato oltre un secolo prima, quando la storia della sua famiglia si intrecciò quella del ghiacciaio, nel 1917: il primo Andrea sale, insieme a centinaia di giovani, sul fronte innevato dove il vero nemico era il ghiacciaio. Lì, nel cuore della montagna, fa i conti con il terribile prezzo della guerra.
Nei decenni, poi, l’assedio turistico cambia volto al paesaggio montano: lì Andrea, il nipote del soldato, è maestro di sci solitario. Ed è chiamato a fare i conti con se stesso.
Sogno bianco
di Gabriele Romagnoli
Rizzoli
18 euro