Borgo San Dalmazzo – Era il 1° febbraio 1945. Giovanni Lovera, ventenne, partigiano della formazione Saben, quel giorno passò da casa, a Tetto Turutun Sottano, per un saluto alla mamma. La sua presenza venne denunciata da una spia alla polizia militare fascista. Catturato, Lovera tentò di fuggire ma venne falciato da una raffica di mitra. Il suo corpo, legato per i piedi a una camionetta, fu trascinato fino alla piazza centrale di Borgo. Qui un ragazzo, Giovanni Civallero, venne obbligato a sedersi sul cadavere sfigurato e cantare il testo di una canzone partigiana che gli era stato trovato in tasca.
Uno degli episodi più barbari e crudeli della lotta di Liberazione, che è stato ricordato questa mattina a Borgo San Dalmazzo, presso il cippo di corso Mazzini, per iniziativa dell’Anpi Borgo e valli – sezione di Borgo, a 78 anni da quei tragici fatti.
“Ricordando la nostra famiglia e quello che è successo è tanta l’emozione. Ringrazio tutti i presenti, l’amministrazione comunale, le associazioni per la loro partecipazione”, ha detto la presidente dell’Anpi Borgo e valli, Maddalena Forneris, nipote di Giovanni Lovera (era il fratello di sua mamma).
Gigi Garelli, direttore dell’Istituto Storico della Resistenza di Cuneo, ha inquadrato l’episodio nel difficile contesto degli ultimi mesi della lotta di liberazione, concludendo con l’auspicio che il ricordo del passato possa aiutare a non ricadere nella barbarie.
“Questa celebrazione è sempre un momento importante per la comunità borgarina – ha sottolineato la sindaca Roberta Robbione -. Dobbiamo sempre stare all’erta perché, nonostante il male sia sopra di noi, noi possiamo essere agenti del bene e lavorare per il bene. Noi che oggi sappiamo, non possiamo essere dove erano tanti italiani durante il ventennio fascista”.
Molto toccante il momento in cui è stata fatta sentire la registrazione della testimonianza raccolta anni fa dalla voce di Costanza Lovera, sorella di Giovanni e mamma di Maddalena Forneris.
Sono intervenuti anche l’ex sindaco Marco Borgogno, l’assessore alla cultura di Demonte Sergio Giraudo, la presidente dell’Anppia (associazione perseguitati politici antifascisti) Anna Graglia, il presidente del gruppo Anpi di Bra. La cerimonia, animata dagli interventi musicali di Remo Degiovanni e Luca Pellegrino e dalla partecipazione del tenore Michelangelo Pepino, si è conclusa con un corteo fino alla casa natale di Giovanni Lovera, a Tetto Turutun Sottano.