Ho scoperto Crespi d’Adda assolutamente per caso vagando nella pianura bergamasca. E la sorpresa è stata incredibilmente piacevole, catapultato in una realtà che sa di altri tempi e di altri luoghi, ma allo stesso tempo una bella lezione e un esempio per il presente. Crespi d’Adda è un paese nato dal nulla, oggi patrimonio dell’Unesco perché è un villaggio operaio unico nel Sud dell’Europa, uno straordinario esempio di “città aziendale”, voluta da un industriale illuminato come Cristoforo Benigno Crespi. Fu fondata nel 1877 fra Adda e Brembo, dove Crespi costruisce il suo cotonificio ma anche una città per dare abitazioni confortevoli e servizi per poter usufruire di una manodopera stabile e prevenire il conflitto industriale. Case mono familiari con giardino, ma anche medico, ospedale, chiesa, scuola, servizi, centrale idroelettrica, bagni, centro sportivo, teatro, centro ricreativo: un luogo in cui ogni operaio può trovare ciò che gli serve e anche bellezza.
Il romanzo è una vera e propria saga familiare e racconta questa storia che poteva sembrare un investimento azzardato per un sogno ancora più folle, ma che invece si rivela una straordinaria intuizione. Ci sono Cristoforo e la sua famiglia. E poi c’è la città con tutti gli operai e i lavoratori. E c’è una vita che si sviluppa sull’etica della fatica e su quella del senso della comunità. Un libro davvero da leggere dove si racconta una storia straordinaria e unica ma anche tante storie fatte di amori, gelosie, generosità, sogni, solitudine ma soprattutto una società sospesa tra desiderio di progresso e paura delle novità, sogno di uscire e centralità della famiglia, attaccamento al padrone e istanze sindacali ma dove sempre regna una grande umanità.
Al di qua del fiume
di Alessandra Selmi
Nord
19 euro