Cuneo – Grido di allarme da parte di Confartigianato Cuneo per i forti aumenti che hanno accompagnato l’arrivo del nuovo anno. Con il 2023 ritornano le accise per benzina e gasolio e il prezzo aumenta di circa 20 centesimi al litro. Come se non bastasse, rincarano anche i pedaggi autostradali, con percentuali che incidono dall’1,5% fino al 4,5% sul costo precedente. Un’ennesima mazzata economica per un comparto, quello dell’autotrasporto cuneese, che in questi ultimi anni ha sopportato non soltanto le onerose fluttuazioni dei costi, ma anche i pesanti disagi dovuti ai numerosi cantieri dislocati sulle tratte autostradali e lo stop di alcune tradizionali vie di comunicazione a causa di gravi eventi ambientali.
“L’aumento dei pedaggi autostradali – commenta Claudio Berardo, rappresentante provinciale dell’Area Trasporti – si conferma una costante di inizio anno, sempre puntuale e inaccettabile. Siamo davanti all’ennesimo schiaffo al mondo dell’autotrasporto già piegato dal caro costi (carburante, pneumatici,
AdBlue, assicurazioni). In questi anni abbiamo subito una serie infinita di aumenti che però non hanno garantito un miglioramento del servizio, soprattutto sul fronte delle manutenzioni della rete autostradale. Incremento esagerato dei costi anche sui trafori alpini” . “Un ennesimo colpo – aggiunge Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – che rischia
di peggiorare ulteriormente le già pesanti difficoltà che da parecchio tempo affliggono l’intero comparto. Le imprese dell’autotrasporto, sotto la spinta ecologica, in questi ultimi anni hanno investito nel rinnovo dei mezzi e nell’applicazione delle nuove normative per contribuire ad una maggiore tutela ambientale. Oggi, si sta verificando quasi un paradosso: se da un lato si chiede all’autotrasporto di usufruire delle tratte autostradali e dei trafori internazionali per rendere più agevoli le percorrenze nell’ottica della sostenibilità, dall’altro, con questi costi eccessivi, ne si disincentiva l’utilizzo, spingendo le imprese a preferire i percorsi alternativi, più lunghi, impervi e soprattutto più inquinanti”.