Peveragno – A partire da questa sera sabato 24 dicembre, si rigenera nell’ideale palco del centro storico, l’appuntamento con il Natale in Contrada, il presepe vivente interpretato secondo i canoni del territorio alpino, raffigurazione e sintesi della vita di un tempo.
Un grande evento teatrale e scenico, che è insieme devozione e rappresentazione del vivere di tutti i giorni. Quello di Peveragno è un evento popolare, nutrito dalla sensibilità di chi lo rappresenta, che contiene la capacità di raffigurare in modo poetico, coinvolgente e semplice il mistero della natività.
E’ lo spaccato di una società umile, che pur guardando avanti ha saputo mantenere un legame con il passato, testimonianza dell’essenziale, dell’utile, dell’imprescindibile e che delinea e racconta un mondo che non c’è più. Cinquecento attori per una sequenza di una cinquantina di mestieri e attività.
Pastori, cordai, fabbri, lavandaie, falegnami, mezzadri, stiratrici, scalpellini, tipografi, personaggi che apparentemente non hanno relazione con i racconti evangelici, ma che, come ricorda il Papa nella Lettera Apostolica “Admirabile Signum”, rappresentano la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni, quando Gesù condivide con noi la sua vita divina.
Nella serata del 26 dicembre, l’edizione 2022 del presepio, regalerà ancora il suggestivo spettacolo pirotecnico dalla collina di San Giorgio che sovrasta il paese. E i Gai Saber e la Compagnia del Birùn, in entrambi gli appuntamenti porteranno in scena rispettivamente davanti alla Confraternita di San Pietro e nell’ex convento di San Domenico i loro racconti teatrali.
La coreografia è come al solito curata, complice l’uso attento di luci, suoni e esaltata dai profumi prodotti dalle pentole sul fuoco nelle case, e dai bracieri accesi lungo il percorso. Come a Betlemme, in una vecchia stalla in piazza Rocco Carboneri alloggia la Sacra Famiglia, interpretata nelle due serate da altrettante famiglie peveragnesi.
A Peveragno il presepe si evolve come la storia, senza tuttavia mai cambiare completamente. Scene inedite e legate a un tempo più recente, convivono con gli elementi classici dell’iconografia dell’arte sacra. Abilità artigianale e cultura religiosa si combinano, dando forma a un’esperienza che è peculiare del territorio, in cui sacro e profano convivono, contribuendo alla materializzazione di un luogo ideale, in cui si placano le rigidità del vivere quotidiano.