Cuneo – “Vorrei fare figure che volano, leggere, che esprimono in questo modo la gioia della vita, la creatività, curiosità del futuro, l’emozione della scoperta, la scoperta del movimento e della leggerezza”. Così si rivela in un’intervista Sergio Unia. Sabato 27 gennaio alle 17,30 nel complesso monumentale di San Francesco in via Santa Maria 10 a Cuneo viene inaugurata la sua mostra antologica “Incontrare la forma”. Una mostra mai così completa di tutta la sua produzione artistica dagli anni Settanta ad oggi: dalle prime esperienze di figurazione “impegnata”, contraddistinte dal pathos dei soggetti trattati, sia civili che religiosi (per lo più episodi della Resistenza, Crocifissioni, Prigioni), alla ricerca della metà degli anni Ottanta incentrata su temi legati alla musica ed alla danza e alla bellezza femminile ispirata all’esperienza del quotidiano e degli affetti familiari, ed ancora al filone di fine anni Novanta nell’ambito della citazione del “frammento” della scultura classica.
Un centinaio di opere, prevalentemente bronzi e qualche gesso, che ne ripercorrono l’intero cammino artistico esposto nello spazio monumentale di San Francesco inondato di luce che accende le infinite cromie del bronzo, in un originale allestimento ispirato alle grandi gallerie di scultura delle Accademie d’Arte o delle grandi Collezioni museali in cui regna un apparente e sorprendente caos di soggetti, forme e dimensioni.
Nato a Roccaforte Mondovì settantacinque anni fa, in età giovanile si è trasferito a Torino, dove vive e lavora. La sua prima personale è stata realizzata a Torino nel 1971 e da allora il suo lavoro si è intensificato e perfezionato, focalizzandosi sulla scultura, tecnica espressiva che diviene il centro dei suoi interessi. Una tecnica straordinaria e una capacità di rendere visibile e palpabile la bellezza, come rivelazione e come pienezza di luce nella forma.
“Unia ha le mani che sono plastiche esse stesse ed ha facilità di abbozzo e talvolta anche furia di fare”, scrive Davide Lajolo. Con il disegno, oltre che la tecnica della scultura “per via di porre”, Unia ha attraversato una serie di esperienze espressive in quarant’anni di lavoro. L’artista mette a punto una visione estetica idealizzante, che lo contraddistingue e lo collega alla migliore tradizione della plastica figurativa otto-novecentesca tra Francia e Italia. La sua è un’arcadia rivisitata, un mondo di sensazioni umane dirette, un’aspirazione a una forma personale di classicità piena che attrae, emoziona e spinge lo sguardo a sostare e a meditare anche sulla sua condizione di reclusa, imprigionata in una rete o colta in uno stato di malinconica frammentarietà.
“La vita che vibra e pulsa in questi corpi – scrive Vittorio Sgarbi -, il cui destino figurale si compie al centro di un sogno controllato dalla ragione, racconta un’appartenenza immanente all’armonia cosmica. Scultore di stile, Unia appare spontaneo nel raccontare il mistero della natura umana, ma nella semplice naturalezza della sua figurazione c’è tutta la coerenza stilistica di un cultore del vero in arte”.
“Il segno, la forma, l’armonia dei volumi – sottolinea Angelo Mistrangelo nella presentazione di mostra e catalogo edito da Primalpe – contraddistinguono il cammino di Sergio Unia, il senso di una visione che unisce classicità e linguaggio moderno, intensità espressiva e testimonianza civile, in una sorta di continuo e inesausto racconto, di appartenenza a questo nostro tempo denso di contraddizioni, di mutamenti sociali, di aperture verso nuovi approdi dell’arte.”
La mostra di Cuneo è promossa dalla Città di Cuneo con le associazioni grandArte e Amici Case del Cuore, in collaborazione con La Guida, l’evento è patrocinato dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Cuneo e si avvale del contributo della Fondazione Crc e della Fondazione Crt. Curata da Giacomo Doglio e Massimiliano Cavallo la grande mostra resterà aperta fino all’11 marzo da martedì a domenica dalle ore 15,30 alle ore 18,30.