Il K2, la montagna regina tra i giganti di roccia e ghiaccio della Terra, esercita un fascino al quale gli alpinisti di punta difficilmente sanno sottrarsi. Tamara Lunger, bolzanina, classe 1986, una delle alpiniste più forti al mondo, era già salita sul K2 nell’estate del 2014, seconda donna italiana a raggiungerne la vetta. Nel 2020 ha deciso di affrontare la difficile scalata in inverno (il K2 rimaneva l’unica montagna oltre gli 8.000 metri di quota a restare inviolata nella stagione fredda). All’entusiasmo iniziale, ai legami profondi che si creano con i compagni di cordata e di avventura, subentrano a poco a poco la fatica, gli imprevisti, finché non irrompe tragicamente la morte, per ben cinque volte, sotto gli occhi di Tamara, che la descrive in presa diretta.
Dalle sue pagine toccanti emerge anche come proprio in queste circostanze drammatiche, si sia trovata ancora una volta faccia a faccia con se stessa. È la rivelazione che l’alpinismo, specie quello d’altissima quota, può dare: la forza della natura è incommensurabilmente superiore a quella della minuscola specie umana.
Gli uomini, e le donne, non potranno mai imporsi sulla montagna, potranno solo rispettarla. E la montagna insegna, però, talvolta con durezza, prendendosi delle vite umane, a capire noi stessi. Come è successo a Tamara.
Nel prologo l’autrice racconta la disavventura a lieto fine capitata a lei e a Simone Moro sul Gasherbrum nel 2020.
Il richiamo del K2
di Tamara Lunger
Rizzoli
18 euro