Armata del suo sogno e della sua ironia, la protagonista ha davanti un mondo che vuole cambiarla.
Cosa significa diventare adulti, tra sogno e realtà
Nel loro romanzo di esordio le due autrici raccontano con leggerezza e autenticità che cosa significa diventare adulti oggi. I fallimenti, le paure e le ambiguità di un momento di passaggio obbligatorio e doloroso, in cui i punti di riferimento crollano e bisogna costruirne di nuovi. L’unica cosa che rimane è un sogno. Un sogno che, anche quando resta chiuso in un cassetto, continua a parlarci. Ed è proprio sapere che è lì che ci fa sentire vivi.
La protagonista Ida è neolaureata, coinquilina, fuori sede, precaria, stagista in una grande e importante agenzia di comunicazione. Non è quello che sognava da bambina, ma non è la prima volta che le cose non vanno nella direzione sperata: non avrebbe mai voluto vivere a Milano, e ci vive; voleva una relazione stabile ed è stata lasciata; ha studiato per diventare sceneggiatrice e invece fa la social media manager.
Ogni mattina si trascina in ufficio e ci resta fino a sera, impegnata in un lavoro che non riesce capire. Fino al giorno in cui capisce che per sopravvivere deve adattarsi a vivere come i suoi colleghi e il suo capo e meno a se stessa. E mentre le ambizioni cambiano e il confine tra giusto e sbagliato si fa inconsistente, rincorrere i suoi sogni è un capriccio che non può più permettersi: deve ridimensionare le aspettative e accettare i compromessi.
Così quando le arriva la notizia di un concorso a candidare il suo cortometraggio, Ida non sa che fare. Quasi non ricorda più che volesse diventare da bambina. Ma non si può mai mentire del tutto a se stessi… almeno non a quello che c’è in fondo alla propria anima.
Non è questo che sognavo da bambina
Sara Canfailla
Jolanda Di Virgilio
Garzanti
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