Torino – Dovrebbe arrivare in Italia il 24 febbraio il nuovo vaccino Novavax, la nuova “arma” per la lotta al Covid che secondo alcuni potrebbe convincere anche i più scettici a vaccinarsi. A differenza dei vaccini mRna come Pfizer e Moderna che sfruttano tecniche vettoriali, il Novavax, il cui uso è stato approvato da Aifa lo scorso 22 dicembre, sfrutta la tecnica delle proteine ricombinanti già in uso da tempo per malattie come pertosse, epatite, meningite e altre infezioni virali.
Sull’arrivo in Piemonte del nuovo vaccino nulla è ancora certo, ma, secondo quando comunicato alla Regione dalla struttura commissariale romana, potrebbe essere disponibile già nel mese di febbraio. “Le quantità non sono ancora state definite con esattezza, e neppure le fasce di popolazione destinataria – ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità Icardi -. La somministrazione di tali vaccini avverrà presso i nostri hub vaccinali, istituiti nelle Aziende attualmente attive o in stand by e che sono attivabili in 24 ore, se necessario. Per quanto attiene alle modalità di accesso alla vaccinazione, quali preadesione o prenotazione saranno valutate in base al numero di dosi che saranno rese disponibili e ai soggetti destinatari”.
Il Novavax è un vaccino a base di proteine ricombinanti anti-Covid, che contiene minuscole particelle ottenute da una versione prodotta in laboratorio della proteina Spike, che si trova sulla superficie del virus Sars-CoV-2, la quale, mediante tecniche di ingegneria genetica, viene purificata. Le Spike vengono assemblate in nanoparticelle riproducendo la struttura del virus senza però la capacità di replicare o causare la malattia; il siero contiene anche un adiuvante, la saponina, una sostanza che contribuisce a rafforzare le risposte immunitarie indotte dal prodotto.